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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2014 alle ore 21:05.

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La presunta «cupola degli appalti» in Lombardia avrebbe chiesto all'imprenditore vicentino Enrico Maltauro circa 2 milioni di euro di tangenti, in cambio della concessione di appalti su Expo e Sogin. Questo, secondo quanto appreso, uno degli argomenti trattati da Sergio Cattozzo, uno degli arrestati l'8 maggio scorso, nell'interrogatorio davanti ai pm di Milano Antonio D'Alessio e Claudio Gittardi. Cominciato attorno alle 15 e si è concluso intorno alle 20. Il verbale è stato secretato.

Da Cattozzo sarebbero arrivati «importanti riscontri all'impostazione accusatoria», con chiarimenti soprattutto sulla vicenda Sogin, che é la società di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. Stando a quanto riferito dall'indagato, a Maltauro é stato chiesto l'1,5% del valore dell'appalto messo in palio da Sogin - pari a circa 1,3 milioni di euro - di cui 600mila sarebbero stati effettivamente versati. L'imprenditore, inoltre, avrebbe promesso alla «cupola» altri 600mila euro in cambio di un appalto per Expo 2015.

Nelle intercettazioni telefoniche e in alcuni riscontri alla luce degli altri interrogatori effettuati dai magistrati, é emerso un ruolo di «segretario» di Cattozzo nei confronti dell'ex senatore del Pdl Luigi Grillo, anch'egli tra gli arrestati, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano su presunte irregolarità nella gestione degli appalti in Lombardia, in particolare su Expo e sanità. Cattozzo nel suo interrogatorio di oggi, secondo quanto appreso, ha confermato il tipo di relazioni esistenti all'interno della cosiddetta «cupola» che cercava di pilotare gli appalti e, alla luce del suo ruolo, sarebbe confermata la conoscenza di tutto il meccanismo da parte di Grillo e il fatto che l'ex senatore riceveva una parte dei soldi pagati da Maltauro. Ai soldi richiesti dalla «cupola» e versati o promessi dall'imprenditore vicentino vanno aggiunti anche altri soldi ricevuti direttamente da Cattozzo, che da Maltauro aveva ottenuto un contratto di consulenza di 300mila euro per due anni (150mila euro l'anno). La somma complessiva delle presunte tangenti sale quindi a oltre 2 milioni di euro, quando fino a ora si era parlato di 1,2 milioni di euro. Dall'interrogatorio dello stesso Maltauro era emerso che dalla «cupola» aveva ricevuto la richiesta di 1,2 milioni per poter lavorare.

Da quanto si è saputo, inoltre, Cattozzo avrebbe affrontato con i pm anche il capitolo dell'appalto da 323 milioni di euro per la 'città della salutè che la "squadra" avrebbe cercato di truccare.

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