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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:40.

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PECHINO - Giornata campale per l'esordio del Forum CICA a Shanghai dedicato allo «sviluppo armonioso e pacifico» dell'Eurasia. L'annunciato accordo sul gas tra Russia e Cina dopo un primo incontro fra Vladimir Putin resta oggetto di febbrili negoziati in un contesto geopolitico, quello del Sud Est asiatico, che diventa di ora in ora incandescente e ad alto rischio specie per la Cina. Si parla del prezzo, ma le resistenze cinesi potrebbero essere collegate anche alla necessità di Pechino di non legarsi troppo a lungo all'alleato russo, evitando una sorta di clausola di esclusiva de facto.

La superpotenza economica punta alla stabilità dell'area ma gli eventi delle ultime ore sembrano andare in una direzione opposta. La svolta militare thailandese, con tanto di applicazione della legge marziale in piena notte, i 30mila connazionali evacuati dal Vietnam per le proteste dei locali contro lo sfruttamento cinese, la Cina stessa che ammassa truppe ai confini con Hanoi.

La sceneggiatura studiata per la CICA sarebbe stata perfetta - con i demiurghi che si accordano sul business globale - anche per distogliere l'attenzione qualora il deal fosse stato firmato tra squilli di trombe e invece la reale tensione nei mari della Cina racconta un'altra storia. Vietnam, Thailandia, Malesia, Filippine, Brunei insomma quasi tutto l'Asean mentre negozia con la Cina dall'altro ne teme la forza.

Oggi comunque Xi Jinping riparte da Shanghai e del contratto da 38 miliardi di metri cubi all'anno per una presumibile durata trentennale lungo un gasdotto da 2.200 chilometri che dovrebbe partire dalla Siberia alla Cina Occidentale si continua soltanto a parlare.

Niente, dunque, oltre le dichiarazioni ufficiali in base alle quali la collaborazione sull'energia è confermata. Anche il titolo Gazprom ha patito le conseguenze di questa ennesima falsa partenza visto che Cina e Russia ci provano da dieci anni almeno ad accordarsi sul gas. Certo per Putin e Xi, in attesa di quello sul gas, c'è l'intesa per la costruzione di un ponte che attraversa il fiume Amur collegando il Nord Est della Cina alla Siberia, una raffineria nella città di Tianjin, una maggior cooperazione nello sfruttamento delle miniere di carbone e nello sviluppo di infrastrutture per il trasporto in Russia, la costruzione di centrali elettriche in Russia per aumentare le esportazioni di energia in Cina.

Politicamente, Putin ha ottenuto una richiesta congiunta russo-cinese perché i paesi della comunità internazionale «cessino di usare il linguaggio delle sanzioni unilaterali e di incoraggiare attività tese a cambiare il sistema costituzionale di un paese straniero». L'astensione del marzo scorso di Pechino dal voto della risoluzione di condanna sul referendum per l'annessione della Crimea sembra archiviata. Russia e Cina hanno espresso «gravi preoccupazioni» sulla crisi in Ucraina, sollecitando le parti ad avviare un raffreddamento del conflitto e a impegnarsi in negoziati «sul futuro assetto costituzionale del Paese cui sono invitati a prendere parte tutte le fazioni locali».

I due presidenti hanno presenziato l'avvio di manovre navali congiunte che si svolgeranno per una settimana questa volta nel nord del Mar della Cina orientale, con la simulazione di attacchi con sottomarini, aerei e mezzi navali e l'impiego di un totale di 14 unità navali, due sottomarini, nove aerei, elicotteri e forze speciali.

La frase di Xi Jinping ha uno strano tono premonitore. «Si tratta di manovre necessarie - ha dichiarato Xi - per dimostrare la capacità dei due paesi di rispondere alle minacce e alle sfide così come a proteggere la sicurezza e la stabilità della regione». Per l'alleato russo Putin «la componente militare è una parte importante della partnership strategica fra Russia e Cina, in questo nuovo periodo storico è necessario rafforzare la cooperazione contro le diverse minacce e sfide, per proteggere la pace e la stabilità nella regione e nel mondo». Il mar della Cina, ormai, è uno dei punti più caldi del mondo.
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