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Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2014 alle ore 06:38.

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NAPOLI
Diventa operativo il polo distrettuale del pomodoro del Centro Sud Italia, costituito un mese fa raccogliendo l'ampia adesione di imprese di trasformazione e di organizzazioni di produzioni agricole. Da ieri è iniziata una serie di incontri a Roma in cui il distretto si appresta a definire l'Accordo quadro tra industria e parte agricola sulla campagna 2015. Tappa importante dell'attuazione del Polo e banco di prova della capacità delle due anime, industriale e agricola, di dialogare in un'ottica di filiera.
Il 26 giugno, poi, si terrà la prima assemblea generale che dovrà approvare definitivamente l'Accordo quadro ed eleggere la governance del distretto: un Comitato di Coordinamento che sarà composto da 10 o al massimo 14 membri espressi in uguale misura dalla parte industriale e da quella agricola. L'assemblea dovrà eleggere un presidente del Comitato e dell'Assemblea. Oggi la guida è affidata a un comitato provvisorio composto dal presidente, Annibale Pancrazio, e da un portavoce della componente agricola, Matteo Falcucci. Vicina, inoltre, anche la soluzione del problema sede su cui sembrava che il distretto stesse per scivolare prima ancora di nascere: la sede principale sarà a Napoli, ma vi saranno sedi operative a Salerno e Foggia.
Il distretto del pomodoro del Centro Sud Italia è una realtà dai grandi numeri. Abbraccia le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia, Toscana, Sicilia e Sardegna: per ora vi hanno aderito 50 aziende di trasformazione del pomodoro (il 91% del pomodoro trasformato nel Centro Sud nel 2013) e 21 Organizzazioni di produttori (pari al 70% del pomodoro da industria conferito). Conta 10.000 lavoratori fissi e 30.000 stagionali. Nel 2013 il fatturato del comparto è stato di circa 2,3 miliardi, più del 60% del fatturato nazionale.
Una realtà tanto importante, quanto, finora, parcellizzata. «L'Anicav, associazione di categoria aderente a Confindustria, ha creduto molto nel distretto del pomodoro del Centro Sud – spiega il direttore Giovanni De Angelis – e, dopo una lunga gestazione, ne ha accelerato la costituzione». L'Anicav, oggi presieduta da Antonio Ferraioli, ad della La Doria, continuerà a svolgere un ruolo di consulenza su questioni strategiche, ma di fatto lascia spazio nella gestione alle imprese aderenti. Centrale in questi giorni, la discussione sugli aiuti della Pac. Il distretto, con Anicav, ritiene necessario «l'accoppiamento degli aiuti, al fine di evitare condizioni di svantaggio competitivo nei confronti dei principali antagonisti sul mercato mondiale, Spagna e Portogallo».
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