Da Europa a legalità, le dieci parole chiave per ricordare Giovanni Falcone
Si celebra il ventiduesimo anniversario della strage di Capaci in cui morirono i magistrati Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta (Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro). Ecco in 10 parole il ricordo di quel giorno e soprattutto della figura del giudice Giovanni Falcone
di Nino Amadore
4. Le 10 parole chiave per ricordare Falcone / Europa
E' il ministro della Giustizia a ricordare le parole di Giovanni Falcone sull'internazionalizzazione della mafia, sul pericolo che può rappresentare. All'Europa è affidato il compito di intervenire con decisione, sul piano normativo, per contrastare tutte le mafie. E la lotta alle mafie sarà uno dei temi dominanti del semestre europeo presieduto dall'Italia. «Mi impegnerò – dice per esempio il presidente del Senato – affinché siano affrontate queste questioni: bisogna rafforzare gli strumenti di contrasto, bisogna istituire una procura europea. L'Europa può fare molto e per farlo deve essere più forte. Ecco perché domenica bisogna andare a votare». Un impegno a fare della lotta alla mafia una priorità del semestre che arriva anche dal ministro della Giustizia consapevole che sia necessaria una manutenzione della legislazione antimafia del nostro paese nonostante sia ritenuta nel mondo la migliore: «Dobbiamo intervenire sul fronte dell'autoriciclaggio – dice -. Mentre è pronto e all'esame dell'ufficio affari legislativi della presidenza del Consiglio il disegno di legge che recepisce alcune indicazioni provenienti dalle due commissioni che si sono occupate nei mesi scorsi di riforma della legislazione antimafia». A chi gli chiede commenti sul 416 bis e le polemiche connesse il ministro risponde: «Chi dice che questo governo vuole azzerare il 416 bis dice delle stupidaggini. E' uno strumento fondamentale di contrasto alla mafia che non può essere messo in discussione. Semmai si tratta di capire se adeguarlo ad alcune evoluzioni che il fenomeno mafioso ha avuto -dice Orlando - ma se ci devono essere dei sospetti, o controversie, meglio lasciarlo così come è perché ha funzionato e sono convinto che continuerà a funzionare».
Mentre il capo della Procura nazionale antimafia Franco Roberti spiega: «Il fenomeno mafia, si comincia a capire a livello europeo. Ci sono state due importanti risoluzioni del Parlamento europeo, sulla criminalità organizzata, la corruzione, e il riciclaggio, che sono sempre più intrecciati tra loro. C'è dunque una consapevolezza, almeno da parte dell'Unione europea. Ma dev'essere poi questa consapevolezza tradotta in norme efficaci negli ordinamenti interni, in modo che possiamo parlare tra coordinamenti, tra forze di polizia, autorità giudiziarie, e cooperare in modo sempre più stretto. I capitali illeciti vanno a collocarsi laddove ci sono ordinamenti più permissivi dove mancano le regole e c'è minore sensibilità e pressione investigativa di fronte al fenomeno delle mafie».
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