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Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2014 alle ore 09:54.

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Anche il cosiddetto cuore dell'Europa è in affanno. Mentre la periferia del vecchio Continente convive da tempo con una crisi che tarda ad essere archiviata, anche dall'Olanda giungono segnali preoccupanti. Ben trenta fondi pensione olandesi hanno dovuto tagliare i pagamenti ai lavoratori nel corso degli ultimi mesi; De Nederlandsche Bank, la banca centrale olandese, ha evidenziato che sta protraendo un ciclo di tagli iniziato nel 2012 e non ancora terminato.

Un anno e mezzo fa, i fondi pensione olandesi erano già di ben 30 miliardi di euro al di sotto di quanto necessario per coprire i benefici promessi (liabilities). Oggi, un'allarmante combinazione tra tassi bassi, lenta crescita economica e allungamento delle aspettative di vita oltre le previsioni di un decennio fa, ha portato ad allargare il deficit. Le conseguenze dei tagli sono sotto gli occhi di tutti: lo scorso aprile, l'istituto bancario olandese ha valutato le richieste di recupero di 141 fondi pensione, stabilendo allo 0,84% la media ponderata dei tassi di decurtazione. Le passività pensionistiche totali dei 30 fondi protagonisti dei tagli ammontavano a circa 92 miliardi di euro.

Per gli olandesi, nazione considerata tra le virtuose dell'area euro e con il secondo più grande sistema a benefici definiti in Europa, non è certo una situazione semplice. I più scontenti sono evidentemente i pensionati, ma la banca centrale olandese ha spiegato che il taglio ai fondi pensione si è reso necessario per salvaguardare le future generazioni. Chi vive in Olanda è assicurato dalla cosiddetta "assicurazione contro la vecchiaia" e, una volta lasciato il lavoro, è garantito da un trattamento minimo universale, percepisce cioè una parte del proprio stipendio sino al momento della morte.

Il sistema a benefici definiti, però, negli ultimi anni si è sgretolato sotto il peso della crisi finanziaria. Già nell'aprile dello scorso anno, eseguendo le disposizioni della De Nederlandsche Bank, 66 su 415 fondi pensione del Paese hanno iniziato a tagliare i loro versamenti. La stretta al risparmio non si è ancora arrestata e lo scorso mese è arrivata l'ennesima doccia fredda. Dei 30 fondi coinvolti nell'operazione, uno ha scelto di applicare una decurtazione del 7% spalmandola nel corso degli anni. A soffrire di più sono i fondi più piccoli, come quelli per barbieri e confezionatori di carne.

Complice anche il calo dell'occupazione, l'opinione pubblica olandese ha messo sotto accusa le norme fiscali del Paese che hanno permesso ai datori di lavoro di offrire il pensionamento anticipato a molti lavoratori. L'età della pensione è di 65 anni per uomini e donne, ma, nel 2007, un quarto dei pensionati olandesi era di età inferiore ai 60 anni. Il prepensionamento si è dimostrato molto costoso per il Paese, tanto più che la longevità è nettamente aumentata. Questi ultimi tagli sembrano comunque sortire l'effetto sperato: la banca centrale olandese, infatti, ha spiegato che la situazione sta lentamente migliorando e i fondi pensione "non dovranno più affrontare altri deficit di finanziamento". La speranza è quella che l'attuale stretta stia per concludersi e ogni fondo pensione possa a breve raggiungere il suo grado di copertura minimo.

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