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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2014 alle ore 15:19.
Negli ultimi nove anni il Roland Garros non è stato esattamente un torneo carico di suspense e pieno di sorprese. In questo lasso di tempo, un solo giocatore ha rivestito il ruolo di vero e proprio custode del tempio tennistico della terra rossa. Un dominio totale, ai limiti della monotonia, quello di Rafa Nadal. Quasi un eroe mitologico armato di racchetta vincitore di 8 edizioni dal 2005 ad oggi, con un bilancio spaventoso di 59 vittorie ed una sola sconfitta sui campi parigini. Quella subita nel 2009 da Soderling che ha consentito a Federer di mettere la firma sull'unico Slam che ancora gli sfuggiva. Per il resto, quando l'iberico si è presentato in forma (cioè quasi sempre) non c'è stato nulla da fare per nessuno.
Quest'anno, però, Nadal arriva a Parigi con il peggior bilancio di sempre sulla terra battuta. Meno sicuro di sé, vulnerabile, a tratti stanco, in una parola umano, Rafa ha vinto soltanto un'edizione piuttosto azzoppata del torneo di Madrid. Ed è uscito ai quarti a Montecarlo e Barcellona oltre a perdere la finale degli Internazionali d'Italia con Djokovic. Per la prima volta dal 2005, dunque, il Roland Garros non parte con il nome del vincitore già scritto ancor prima di iniziare.
Questo non significa che il numero uno del mondo non debba essere considerato uno dei favoriti. Il lungo percorso di uno Slam potrebbe, anzi, perfino aiutarlo a ritrovare la forma. E allora sarebbero dolori per tutti. Ma un suo ennesimo trionfo a Parigi, questa volta, non può essere dato per scontato.
Djokovic, per contro, dopo il trionfo romano, ha tutte le carte in regola per portarsi a casa l'unico Slam che non ha mai vinto. Ma anche il serbo, negli ultimi tempi, complice un problema al polso, ha mostrato un rendimento altalenante. Al Foro Italico, comunque, ha fatto vedere un tennis via via più incisivo con il passare dei giorni, fino alla finale iniziata molto male ma conclusa nel migliore dei modi.
Federer, invece, è sembrato più concentrato sulla nascita dei suoi due gemelli che sul rendimento sui campi da tennis. Un'attitudine perfettamente comprensibile (soprattutto per uno che ha già vinto tutto) ma che autorizza a nutrire più di un dubbio sulle sue reali chance sulla terra parigina. Chiude il gruppo dei "Fab Four" un Andy Murray in ripresa ma mai perfettamente a suo agio sui polverosi campi color mattone.
In un simile quadro potrebbe benissimo inserirsi Wawrinka che si è recentemente portato a casa il titolo di Montecarlo dopo aver aperto la stagione con la vittoria a Melbourne.
Questa edizione dello Slam parigino è, dunque, almeno sulla carta, la più aperta degli ultimi anni. Quello che manca nel circuito è, in realtà, una nuova leva di fuoriclasse in grado di approfittare delle debolezze (vere o presunte) dei big. Dimitrov, a lungo indicato come un campione del futuro, è arrivato a 23 anni senza aver vinto nulla di importante, Gulbis ha ampiamente dimostrato di possedere molta più sregolatezza che genio, Janowicz è praticamente scomparso. Soltanto Raonic e Nishikori, che però non sono più ragazzini, hanno messo a segno dei buoni risultati e sono apparsi in ottima forma nelle ultime settimane.
Una situazione che potrebbe autorizzare a sperare in qualche exploit degli azzurri. Ma il nostro numero uno, Fabio Fognini, che pareva pronto ad uno storico ingresso nella top-ten, ha praticamente gettato via quasi tutta la stagione sul rosso. Gli rimane giusto Parigi e qualche torneo estivo di minore importanza. E' difficile, però, immaginarlo protagonista in uno Slam, dopo averlo visto impegnato a farsi saltare i nervi su tutti i campi d'Europa e a subire una sconfitta dopo l'altra.
Completamente diversa, come sempre, è la situazione sul fronte femminile dove le nostre giocatrici possono dire la loro, prime fra tutte Flavia Pennetta e Sara Errani. La bolognese, in particolar modo, ha disputato uno splendido torneo a Roma, arrivando a giocarsi una sfortunata finale con la Williams. Molto dipenderà, a questo punto, da come Sarita riuscirà a recuperare dopo l'infortunio rimediato proprio domenica scorsa al Foro Italico.
Per il resto, è lecito sospettare un dominio più o meno incontrastato di Serena, campionessa uscente che pure non ama particolarmente i lenti rimbalzi della terra. A fermarla ci proveranno soprattutto una Ivanovic finalmente tornata ad ottimi livelli, la solita Sharapova che comunque non riesce a sconfigge la Williams dal lontano 2004 e la cinese Li Na già vincitrice, a Parigi, nel 2011.
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