Notizie SportDopo Oropa restano in 3-4 corridori a giocarsi la maglia rosa
Dopo Oropa restano in 3-4 corridori a giocarsi la maglia rosa
di Giorgio Squinzi | 25 maggio 2014
Doveva essere una prima tappa verità all'inizio delle grandi montagne. Invece la Agliè-Oropa di 164 chilometri con tre impegnative salite non è stata all'altezza delle aspettative dei big. Va però esaltato l'esplosivo finale di Enrico Battaglin che ha compiuto un'impresa con il recupero negli ultimi metri su Dario Cataldo e Jarlison Pantano oramai convinti di giocarsi il successo di giornata. Una beffa per i due corridori che hanno animato la corsa con una lunghissima fuga insieme ad un'altra ventina di coraggiosi.
Tutti i favoriti sulle rampe per Oropa si sono limitati a qualche puntura di spillo che, comunque, ha fornito alcune indicazioni sullo stato di forma dei migliori. A cominciare dalla maglia rosa Rigoberto Uran Uran che ha dovuto sopportare, senza reagire, un velenoso allungo di Domenico Pozzovivo e Nairo Quintana che al traguardo hanno guadagnato oltre una ventina di secondi sul leader della classifica generale. Nel finale anche Cadel Evans è riuscito a rosicchiare 5 secondi a Uran Uran.
Si invertono gli schemi; la maglia rosa che sembrava imbattibile ha mostrato qualche segnale di cedimento mentre "risorge" Quintana che i rumors di radio corsa davano afflitto da problemi respiratori. La verità è che il Giro è apertissimo anche se i pronostici si restringono a 3-4 corridori; Uran Uran, Evans, Quintana e Pozzovivo se riuscirà a mantenere un buon livello di forma. Tutti gli altri mi sembrano tagliati fuori sia per i distacchi accumulati sia per non essere in grado di fare la differenza. In ogni caso la vittoria a Trieste sarà questione di pochi secondi. E oggi nuovo test con l'arrivo in salita a Plan di Montecampione.
Il traguardo di ieri a Oropa mi ha provocato non poche emozioni perché, su un tracciato analogo, ho esordito nel ciclismo nel 1993 come patron della Mapei che aveva rilevato la Eldor, squadra capitana da Marco Giovannetti. Allora ricordo la delusione per il secondo posto di Giovannetti sul traguardo di Oropa. Speravo in un successo ma devo ammettere che allora fu anche l'occasione di iniziare a vivere il grande ciclismo e da lì cominciò la passione che ci ha accompagnati nei nove anni di attività agonistica ai vertice di questo sport.