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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2014 alle ore 17:53.
L'ultima modifica è del 25 maggio 2014 alle ore 18:12.

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SINTRA – A dieci giorni da quella che si profila come una delle riunioni più importanti del consiglio della Banca centrale europea, il suo presidente Mario Draghi chiama a consulto in Portogallo banchieri centrali ed economisti sul futuro della politica monetaria e della vigilanza sulle banche.

Il primo forum della Bce, che punta a emulare il successo di quello organizzato annualmente dalla Federal Reserve a Jackson Hole in Wyoming, non è ovviamente la sede per prendere decisioni sulla politica monetaria in Europa, ma per due giorni sarà il centro del dibattito, cui parteciperanno anche noti critici della linea della Bce, come il direttore del Fondo monetario, Christine Lagarde, e il premio Nobel per l'economia, Paul Krugman.

Anzi sarà proprio la signora Lagarde ad aprire la discussione: il mese scorso, dopo che lo aveva più volte sollecitato a una politica di maggior stimolo all'economia, Draghi l'ha sarcasticamente ringraziata di tanta generosità di suggerimenti. Stasera le darà la parola per prima, poi domattina sarà lo stesso Draghi ad aprire i lavori della giornata.
I mercati si aspettano da lui un messaggio che faccia chiarezza su quello che intende fare la Bce alla riunione del prossimo 5 giugno.

Dopo che il mese scorso ha detto che il consiglio è «a proprio agio» con l'idea di agire in giugno, da almeno una decina di giorni sono emersi i contorni di un possibile "pacchetto" di misure: 1) un taglio del tasso principale di rifinanziamento di 10-15 punti base; 2) una riduzione in territorio negativo dei tassi applicati ai depositi della banche presso la Bce stessa, oggi a zero, e misure per rilanciare il credito.

Queste potrebbero comprendere: 3) una nuova iniezione di liquidità (Ltro), ma stavolta condizionata alla concessione di credito all'economia reale; 4) il possibile acquisto a tempo di titoli cartolarizzati (Abs) dalle banche su prestiti concessi a famiglie e imprese; 5) lo stop alla sterilizzazione dei titoli acquistati negli anni scorsi con il programma Smp, il che vuol dire altra liquidità per circa 165 miliardi di euro; 6) l'opzione estrema di acquistare titoli pubblici o privati, con un "quantitative easing", in stile Fed, appare più remota.

Sullo sfondo (quello delle montagne portoghesi di Sintra è meno drammatica, ma altrettanto spettacolare di Jackson Hole), oltre a un quadro politico dell'eurozona che potrebbe essere alterato dalle elezioni europee di oggi, una situazione di crescita che resta debole e di inflazione, allo 0,7%, ben lontana dall'obiettivo Bce di mantenersi sotto, ma vicino al 2.

È sulla risposta da dare che emergeranno, a Sintra, le divisioni: da un lato Krugman, che chiederà una Bce più pronta allo stimolo monetario, dall'altra fautori della ultraortodossia monetaria come l'ex capo economista della Bundesbank e della stessa Bce, Otmar Issing. I membri del consiglio (oltre a Draghi, ci sono il suo vice Vitor Constancio, l'attuale capo economista Peter Praet, il responsabile dei mercati Benoit Coeuré e diversi governatori, fra cui quello della Bundesbank, Jens Weidmann) ascolteranno e discuteranno per due giorni. Difficilmente Draghi si sbilancerà molto. I conti si faranno il 5 giugno a Francoforte.

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