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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2014 alle ore 16:08.
L'ultima modifica è del 26 maggio 2014 alle ore 16:18.

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Martin Castrogiovanni (a sinistra) e Jonny Wilkinson nella finale vinta dal Tolone con i Saracens (Reuters)Martin Castrogiovanni (a sinistra) e Jonny Wilkinson nella finale vinta dal Tolone con i Saracens (Reuters)

Da club di forte tradizione con un presente malinconico a multinazionale di successo, in grado di prendersi (e riprendersi) l'Europa. Merito di un self made man del luogo, ma di origini maghrebine, Mourad Boudjellal, che non ha badato a spese per portare sulle rive del Mediterraneo la crema del rugby mondiale: campioni già plurititolati e stagionati, ma evidentemente non ancora sazi di vittorie. E così il Tolone conquista per il secondo anno consecutivo la Heineken Cup (in sostanza, la Champions League del rugby), che quest'anno viene sollevato anche da un azzurro: Martin Castrogiovanni, subentrato al totem neozelandese Carl Hayman nel secondo tempo della finale di Cardiff, ha dato il suo bel contributo al 23-6 con cui i rossoneri hanno superato l'ultimo scoglio, i Saracens inglesi. Una squadra di valore, ma incapace di reggere 80 minuti contro una macchina di lusso come quella guidata da Bernard Laporte, ex ct dei Bleus.

In una partita di grande intensità il primo snodo è arrivato intorno alla mezz'ora. Con i Saracens in vantaggio (3-0 e, soprattutto, 15 uomini contro 14 per l'espulsione temporanea di Fernandez-Lobbe), il genio di Matt Giteau ha trasformato quella che poteva essere una fase interlocutoria nella prima meta. L'australiano ha ricevuto un passaggio da Wilkinson (autore dell'ennesima prova superlativa all'antivigilia dell'addio), ha calciato a incrociare per lo sprint del connazionale Mitchell lungo l'out destro e poi è andato a prendersi l'assist del compagno per planare in meta.

Poco prima del riposo arrivava il drop di Wilkinson, a chiudere un'azione che aveva dato modo agli avanti transalpini di dimostrare tutta la loro potenza con un "carrettino" devastante ai danni dei rivali. La china della partita sembrava già ben delineata e l'ultima fiammata Saracens era un calcio di Farrell a inizio ripresa. Non ci sarebbero state altre marcature per i londinesi, perché la marea rossa agguantava il match e non se lo lasciava più scappare, sommando possesso di palla e supremazia territoriale. Con Castrogiovanni in campo, il parziale degli ultimi 25 minuti finiva 10-0.

Da sottolineare la seconda (e ultima) meta, nata da una incursione profonda del rinoceronte Bastareaud, con passaggio per Juan Smit, terza linea capace di dialogare con il compagno di reparto Fernandez-Lobbe, riprendendosi il pallone e andando a segno. Jonny Wilkinson centrava i pali anche per questa difficile trasformazione, raggiungendo la inverosimile quota di 29 calci fermi riusciti su 30 tentativi nelle ultime due edizioni di Heineken Cup. Non servono commenti, resta la curiosità di vedere se questa squadra riuscirà a centrare la doppietta aggiudicandosi sabato anche il titolo nazionale, che non fa suo dal 1992.

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