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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2014 alle ore 08:59.
L'ultima modifica è del 26 maggio 2014 alle ore 16:49.

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Corrado CliniCorrado Clini

A ottobre scorso un interrogatorio che per l'ex ministro all'Ambiente Corrado Clini si era «svolto in un clima di fattiva collaborazione e apprezzata cortesia». Tuttavia, non sarebbe servito a far luce sui 54 milioni di euro di fondi del dicastero «dirottati illecitamente su un conto corrente in Giordania». Per questo motivo il Nucleo di polizia tributaria della guardia di Ferrara, su mandato della Procura, ha eseguito l'arresto dell'ex ministro e dell'ingegnere che si era occupato del progetto New Eden, destinato al ripristino ambientale dell'Iraq. In particolare, Clini si sarebbe appropriato di circa 3 milioni di euro. L'indagine si è basata su una serie di incartamenti amministrativi acquisiti nei mesi scorsi dalle Fiamme gialle, che avrebbero fatto luce sul compimento dei reati.

Ma andiamo con ordine. Il piano finito sotto la lente investigativa riguarda una serie di finanziamenti destinati al risanamento ambientale dell'Iraq. Riduzione dell'inquinamento, controllo dell'erosione dei corsi d'acqua, riforestazione, protezione della fauna locale, controllo dei fenomeni di piena e la gestione integrata dei bacini idrografici del Tigri e dell'Eufrate. Inoltre, prevede anche lo scambio di conoscenza con la popolazione locale, attraverso corsi di addestramento sui metodi, sui programmi e sulle attrezzatura tecniche da utilizzare.

Una vasta operazione che coinvolge, assieme all'Italia, anche Stati Uniti, Canada e Giappone, e che raccoglie denaro pubblico in quantità. Ma anche un business non da poco. Il progetto è finito nel vortice giudiziario nel corso di un'altra inchiesta della Procura di Ferrara. In particolare, gli investigatori erano concentrati su un giro di fatture fasulle a carico della società Med Ingegneria srl, che avrebbero consentito la costituzione di fondi neri poi abilmente riciclati.

Nel fascicolo, in cui è confluito quello relativo ai 54 milioni di euro di soldi pubblici spariti, sono ipotizzati anche i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false o altri documenti per operazioni inesistenti, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e riciclaggio di denaro sporco. «In seguito all'invito a comparire consegnato nei giorni scorsi a Roma – tenne a precisare Clini dopo l'interrogatorio – sono stato sentito dalla Procura di Ferrara». Nel «corso del lungo incontro, che si è svolto in un clima di fattiva collaborazione e di apprezzata cortesia, ho avuto la possibilità di rispondere a tutte le domande e di fornire ogni informazione utile all'inchiesta».

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