Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2014 alle ore 07:08.

My24


ROMA
Il Partito democratico sfonda e tocca quota 40,2; il M5S arretra e scende al 23,1, cifra inferiore di due punti rispetto alle elezioni politiche dello scorso anno; Silvio Berlusconi sarebbe al 16 per cento. È il quadro tracciato dalla prima proiezione Ipr Marketing per la Rai. Una fotografia che accentua la vittoria dei democratici rispetto al trend tracciato dagli exit poll diramati alla chiusura delle urne alle 23. Quanto alle coalizioni, il centrosinistra (Pd e lista Tsipras) toccherebbe quota 44%; mentre il centrodestra (Forza Italia, Lega, Nuovo centrodestra e Fratelli d'Italia) totalizzerebbe 29,5 per cento.
Dunque, se queste performance verranno certificate durante il prosieguo dello scrutinio, Matteo Renzi porta il Pd addirittura a 14,8 punti in più rispetto ad appena 15 mesi fa, quando il partito era guidato da Pierluigi Bersani; ma soprattutto avanti rispetto alle politiche dello scorso anno e, soprattutto, a uno stacco da Grillo di ben 17 punti. Quindi ben oltre quei "cinque" gradini in più del M5S che il premier considerava necessari per proclamare la vittoria. Senza contare che il Pd al 40% toccherebbe il suo miglior risultato dalla sua fondazione e decisamente superiore anche al record precedente, quello fissato da Walter Veltroni nel 2008 con il 33,2 per cento. «Il Pd è il primo partito della sinistra europea. Viene premiato il lavoro del governo: i cittadini italiani hanno capito che il Paese sta già cambiando in soli 80 giorni» commenta il vicesegretario del Nazareno Lorenzo Guerini che esclude qualsiasi ipotesi di voto anticipato: «I cittadini ci chiedono di andare avanti».
I Cinquestelle, stando a questo quadro, arretrerebbero di 2,5 punti percentuali rispetto alle politiche dello scorso anno. E la stessa Forza Italia, con il 16%, non crolla: manterrebbe la sua posizione di terza forza con un risultato di "tenuta" rispetto allo scorso anno; il partito di Berlusconi perderebbe cinque punti a fronte, comunque, di una scissione di non poco conto quale è stata quella dell'Ncd di Angelino Alfano.
Il Nuovo centrodestra, fra l'altro, non avrebbe "sfondato" e, secondo i primi dati, sarebbe sul filo della soglia di sbarramento del 4%, necessaria ad approdare a Bruxelles. Prudenti i primi commenti: «Sono tutte previsioni astratte. Purtroppo ci aspettavamo un segnale di astensionismo in Sicilia, figlio di una situazione interna complicata con Crocetta che non ha l'appoggio del Pd e il M5S che ha perso lo slancio iniziale» ha detto Renato Schifani, capogruppo al Senato.
Flop per l'altro alleato di governo: Scelta europea - che raccoglie Scelta civica, Fare per fermare il declino e Centro democratico - che, insieme, alle politiche dello scorso anno avrebbero totalizzato il 9,9%, oggi si fermerebbero addirittura allo 0,7%, superato a sorpresa da Green Italia-Verdi europei che si sarebbero attestati allo 0,8 per cento. Meglio per Fratelli d'Italia che, tuttavia, con il suo 3,6% non riuscirebbe a portare suoi deputati all'Europarlamento. Non così per la Lega nord, che con il 6,5% farebbe un balzo di oltre 2 punti percentuali (alle politiche aveva preso il 4,1%): segno che l'ondata di euroscetticismo e la campagna anti-euro hanno favorito i lumbard guidati dal nuovo segretario federale Matteo Salvini. «I risultati in Lombardia e in Veneto ci hanno premiato perché sono Regioni amministrate bene» ha commentato il capogruppo alla Camera della Lega Nord Giancarlo Giorgetti.
Ce la potrebbe fare ad essere ammessa al Parlamento europeo anche la sinistra riunita sotto la lista Tsipras che potrebbe superare lo sbarramento (la proiezione la accredita del 4,0% dei consensi).
Il calo dell'affluenza, dal 66,5% del 2009 (in cui però si è votato in due giornate) a una cifra inferiore al 60% di oggi (la più bassa mai registrata per l'Italia alle elezioni europee dal 1979 ma comunque alta rispetto alla media europea), non ha quindi penalizzato il Partito democratico. Semmai, l'astensione potrebbe aver colpito il Movimento 5 Stelle che alla vigilia del voto era accreditato addirittura di un possibile sorpasso sul partito guidato dal presidente del Consiglio. La scarsa partecipazione alle urne avrebbe quindi arrestato l'ascesa dell'ex comico genovese Grillo. La cui battuta d'arresto sembra essere in controtendenza rispetto all'avanzata dei partiti euroscettici in molti Paesi del continente, a partire dalla Francia che ha registrato il clamoroso exploit di Marine Le Pen, leader del Front National diventato la prima forza politica del Paese con il 25 per cento dei voti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi