Da Farage a Wilders. Le facce degli eurofobici guidati da Marine Le Pen
Un minimo comune denominatore, l'opposizione o un atteggiamento fortemente critico nei confronti di Ue ed euro, caratteristiche e posizioni a volte anche molto diverse su altri temi: così si presenta la destra populista e euroscettica premiata dal voto europeo. Ecco una carrellata sui principali leader
di Roberta Miraglia e Michele Pignatelli
12. Ungheria / Gabor Vona (Jobbik, Movimento per un'Ungheria migliore)
![](http://i.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/Immagini/ArticleGallery/Notizie/2014/05/Ritagli/11-ks1C--672x351@IlSole24Ore-Web.jpg?uuid=3baed076-e4d2-11e3-a92b-7ad31ed2c7ae)
Trentacinque anni, è uno dei leader più giovani della nuova destra anti-Europa in ascesa. E uno dei più temuti, se è vero che lo Jobbik, nato nel 2003, non è solo un partito che si oppone all'Unione europea, ma è considerato un partito ultranazionalista di estrema destra, spesso accusato di xenofobia, razzismo e antisemitismo. In questa tornata elettorale ha perso consensi rispetto alle ultime elezioni nazionali del mese scorso, quando ottenne il 20%, ma si è piazzato comunque secondo alle spalle di Fidesz, con il 14,7% dei voti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA