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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2014 alle ore 08:37.
L'ultima modifica è del 27 maggio 2014 alle ore 17:52.

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Li incontri già negli ascensori, in ciabatte o diretti verso i parcheggi sotterranei. Sono i nuovi abitanti della torre Solaria, il grattacielo residenziale più alto d'Italia (143 metri di altezza), che svetta nel nuovo quartiere di Porta Nuova-Varesine sviluppato da Hines Italia Sgr. Solamente in una decina hanno già preso possesso delle loro abitazioni, ma i rogiti vanno avanti velocemente e l'85% delle unità sono già state vendute. Presto la torre verrà quasi interamente popolata dai suoi inquilini. «Sul mercato il progetto ha avuto subito un grande successo», afferma l'architetto Bernardo Fort-Brescia che insieme a Laurinda Spear dello studio Arquitectonica di Miami ha disegnato le torri Solaria e Aria (rispettivamente 34 e 17 piani). L'architetto ci ha accompagnato in un tour esclusivo a visitare gli interni del grattacielo.

Guarda le foto degli interni: dalle terrazze alla penthouse in un tour fotografico

Alcuni nuovi residenti appena insediati è possibile già incontrarli in ascensore. Alcuni indossano vestiti comodi o addirittura solamente una tuta. Non è di certo perché non si possano permettere abiti più eleganti, visto che per acquistare una casa da sogno nel grattacielo in questione hanno speso in media 9.600 euro al metro quadro. La verità è che probabilmente sono diretti al piano A, quello delle Amenities (scritto in inglese, nonostante la maggior parte degli acquirenti siano italiani) dove si trovano la piscina indoor, la palestra e le aree comuni. Il piano A è appena sotto il primo piano, che in realtà a sua volta è un settimo piano rispetto al livello del suolo: la torre, infatti, posa su un basamento rialzato sotto il quale sono previsti negozi e un'area predisposta per grandi eventi e manifestazioni. Per andare ai parcheggi i residenti devono per forza passare dalla reception, aperta nella hall principale 24 ore su 24: i parcheggi non sono collegati direttamente con le abitazioni per motivi di sicurezza. «Le residenze nelle torri – ci spiega Fort-Brescia – sono state progettate pensando a inquilini che le abitassero tutti i giorni. Non c'è un target specifico, ma abbiamo pensato solamente ad intercettare i bisogni dei futuri residenti della città di Milano. Abbiamo progettato per gli abitanti del posto».

Per questo motivo il team dello studio Architectonica di Miami, guidato da Fort-Brescia (che per l'occasione ha risvegliato le sue origini, per metà italiane da parte di madre ligure), prima di cimentarsi nel design di Solaria e Aria ha condotto diversi studi sul modo di abitare a Milano. «Tutti innanzitutto mi chiedevano la ventilazione naturale in ogni stanza – elenca l'architetto che ha chiesto ai milanesi cosa volevano nelle loro case del futuro – compresa in cucina e in bagno. Poi la luce da più di un lato della casa, se possibile con tripla e perché no addirittura quadrupla esposizione. Grandi finestre per non dover accendere la luce durante il giorno, la circolazione dell'aria in tutte le stanze per non dipendere dall'aria condizionata. Insomma tutti aspetti che rendono la casa davvero sostenibile». A tutte queste richieste ha cercato di rispondere il team di Arquitectonica.

L'architetto, mentre visita per la prima la sua torre volta rifinita e pronta ad essere abitata, sottolinea come a New York un edificio del genere avrebbe potuto essere un semplice parallelepipedo, con appartamenti esposti solamente da un lato, e incontrare lo stesso il successo sul mercato. «In realtà queste richieste – aggiunge l'architetto – hanno rappresentato per noi una sfida. Se devi avere una grande finestra in ogni stanza devi calcolare un perimetro che lo consenta, moltiplicando i punti di vista. Nel progetto della Solaria non c'è ripetizione o modularità. Ho cercato di fare qualcosa che fosse molto più organico, meno industriale, e molto più vicino al modo di pensare di vivere oggi in modo sostenibile nelle nostre case».

L'ultimo rischio da scongiurare è che queste torri restino delle cattedrali nel deserto, abitate per lo più da stranieri. «Per questo sono state inserite in un progetto che prevede diverse destinazioni d'uso, non solo uffici», precisa Fort-Brescia. Secondo gli ultimi dati diffusi da Hines, gli acquisti dei "non italiani" sono in crescita. «Oggi definire un acquirente di una casa straniero è davvero difficile – precisa l'architetto – Anche a New York, Miami o Parigi gli stranieri diventano persone del posto, fanno business nella città, per motivi di lavoro ci vivono, spendono il loro tempo qui. E quindi comprano un appartamento e non vivono in hotel».

Le residenze in Solaria arrivano fino ai 143 metri di altezza. Gli ultimi tre piani in realtà sono destinati alle penthouse da 650 mq con vista mozzafiato, circondate da giardini pensili che si prestano addirittura ad ospitare una piscina on the top. L'edificio è costituito da tre ali separate unite in un nucleo centrale attraverso cui la luce naturale si irradia in tutto il grattacielo fino al piano terra. Il grattacielo ospita un 100 appartamenti da da 70 a 260 mq. La vicina torre Aria si compone invece di due strutture indipendenti e conta 42 residenze, anche in questo caso di diversa grandezza. Tutte le residenze sono dotate di terrazzini da tre metri di profondità dalla disposizione sfalsata a mò di giardini pensili e i parapetti sono stati tutti realizzati in vetro opalino con trasparenza progressiva. «Una sola cosa è certa - conclude l'architetto -: tutti i milanesi sognano di avere un terrazzo più grande. Nella torre Solaria le terrazze sono uniche, ampie e puntano proprio a soddisfare questo desiderio che i milanesi hanno da sempre».

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