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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2014 alle ore 06:39.

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Il nodo dei compensi alla presidenza arriva sul tavolo del comitato nomine Telecom, che si riunisce domani a Roma. Le deleghe attribuite al vertice non sono rilevanti solo sotto il profilo del requisito di indipendenza, ma hanno anche un risvolto economico, dal momento che – secondo la politica aziendale – «la componente fissa della remunerazione riflette l'ampiezza e la strategicità del ruolo ricoperto». La remunerazione dell'ex-presidente-ceo Franco Bernabè, a riguardo, non fa testo. Per i precedenti occorre risalire a Gabriele Galateri, che nel 2010 aveva ricevuto 1,598 milioni per la carica e 188mila euro di benefici non monetari, o a Aldo Minucci che da vice-presidente (e da ottobre vicario) si è invece accontentato nel 2013 di 155mila euro. Per Recchi si parla di un milione, cifra analoga a quella percepita al vertice di Eni. I piccoli azionisti Asati si sono rivolti nuovamente alla Consob per la perdita del requisito d'indipendenza da parte del presidente, senza seguire alla lettera il dispositivo del Tuf che sancirebbe la decadenza dalla carica di consigliere, cosa che secondo Asati potrebbe portare il comitato nomine ad assumere decisioni «potenzialmente impugnabili». (A.Ol.)

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