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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2014 alle ore 08:20.
L'ultima modifica è del 27 maggio 2014 alle ore 16:18.

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Pippo Inzaghi (Olycom)Pippo Inzaghi (Olycom)

A Seedorf non è bastato il terzo posto virtuale conquistato dietro Juventus e Roma da quando è arrivato lui, al posto di Allegri, a guidare la squadra rossonera. Le voci che da tanto tempo giravano su un cambio di panchina hanno trovato conferma, o meglio la troveranno dopo l'annuncio ufficiale che dovrebbe arrivare già in giornata: il Milan, nella prossima stagione, sarà allenato da Pippo Inzaghi.

Soluzione interna, quindi, dopo i tanti nomi che sono girati nelle ultime settimane. Compreso quello, molto fantasioso, di Carlo Ancelotti: al di là del fatto di aver vinto la "Decima" con il Real, e di essersi quindi conquistato un posto fisso sul trono degli allenatori madridisti, il vero motivo per cui Re Carlo non avrebbe mai potuto sbarcare a Milano è il denaro. Con lo stipendio di Ancelotti il Milan ci paga allenatore e tre o quattro giocatori, visti i tempi di ristrettezze finanziarie. Senza contare che se Clarence Seedorf non dovesse trovare un'altra squadra i rossoneri dovranno sborsare solo per lui dieci milioni di euro lordi nei prossimi 24 mesi.

Quindi via libera a Inzaghi, come ha sempre voluto Galliani: al punto che c'è da domandarsi (senza trovare un risposta) cosa sia successo per trasformare le dimissioni di qualche mese fa in una presa di potere che, da parte dell'Amministratore delegato "storico" del Milan, sembra ormai assoluta. Dimenticati i dissidi, dimenticati gli attriti, dimenticato quasi di conseguenza anche il ruolo di Barbara Berlusconi, che ormai sembra più di rappresentanza che altro. Potere a Galliani, e così sia. Che al Milan, peraltro, ha fatto miracoli: quando poteva spendere a pioggia, e quando i cordoni della borsa sono stati stretti.

Inzaghi non ha esperienza come allenatore di alto livello (ma per questo nemmeno Seedorf ne aveva) pur avendo ottenuto ottimi risultati con i giovani del vivaio rossonero. È amato da tutti nell'ambiente e , dalle voci che circolano in questo momento, dovrebbe essere affiancato da un'altra vecchia gloria rossonera come Filippo Galli. Il rapporto con i giocatori della prima squadra è ottimo e nessuno gli ha mai imputato i comportamenti da "Professore" che hanno portato alla rottura con Seedorf.

Ora non resta che attendere il vecchio bomber alla prova dei fatti. Il nodo centrale da sciolgliere è quello della rosa: se si vuole puntare in alto qualche intervento di peso andrà fatto e, senza poter disporre di grandi cifre, è sempre più difficile muoversi su un mercato di livello internazionale. Per fortuna di Inzaghi il Milan del prossimo anno non dovrà preoccuparsi delle Coppe, per le quali non si è qualificato. Potrà costruire e ricostruire, come è riuscito bene alla Roma.

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