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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2014 alle ore 06:37.

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MILANO
Non è tanto usuale quanto andrà oggi in scena al Ministero dello Sviluppo. Associazione di categoria (Assocontact) e sindacati si troveranno dalla stessa parte, in un fronte comune per chiedere al Governo misure di sostegno per i call center.
Il settore dà lavoro a 80mila addetti, con ricavi complessivi per 1,3 miliardi che, tutto sommato, sono anche leggermente lievitati in questi anni di crisi. «È vero, il comparto – afferma Umberto Costamagna, presidente di Assocontact – sta tenendo, ma non per questo bisogna nascondere le necessità d'intervento che ci sono, prima che sia troppo tardi». Sul versante sindacale Salvo Ugliarolo (Uilcom) parla di «incontro necessario e che ci vede uniti nella difesa del settore» e Michele Azzola (Slc Cgil) mette in guardia dal rischio di «un tavolo che si fermi a qualche enunciazione di principio». Ben venga l'incontro al Mise anche per Asstel (titolare del Ccnl) il cui presidente, Cesare Avenia, ricorda «il lavoro fatto con il contratto collettivo specifico per lavoratori a progetto» all'esordio la scorsa estate e segno «di un impegno comune per il settore».
Dal canto suo Assocontact si presenterà oggi con un documento di proposte in sei punti. A guidare le richieste sono gli interventi sulla fiscalità e sulle gare d'appalto. Nel primo caso si punta in particolare ad avere agevolazioni sul fronte Irap, «visto che per un settore come il nostro – spiega ancora Costamagna – la componente occupazionale pesa tantissimo. E ricordo che abbiamo più di 40mila persone assunte con contratto a tempo indeterminato». L'altro capitolo chiave è quello delle gare d'appalto. «Non è possibile – dice il presidente di Assocontact – che non ci siano limiti più stringenti sulle gare al massimo ribasso. E ad aggravare la situazione c'è il fatto che in Italia non esistono regole per la fine commessa». Insomma, è il ragionamento del numero uno dell'associazione dei contact center in outsourcing, senza norme chiare nella fase di passaggio c'è chi può subentrare a condizioni insostenibili per chi ha fatto investimenti, mettendo a rischio la qualità «che ci è sempre più richiesta». Su questo si è alzato il livello dello scontro fra Assocontact e il Comune di Milano sulla gara per il rinnovo del servizio di infoline 020202. Il prezzo a base d'asta, si legge nel parere chiesto da Assocontact all'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, è «tale da non permettere alle aziende che parteciperanno, e soprattutto all'azienda che si aggiudicherà la gara, l'effettiva copertura del costo del lavoro». Dall'arrivo della comunicazione, l'Autorità avrà 90 giorni per dare un parere, non vincolante, ma non trascurabile per il destino di questa gara che Assocontact aveva chiesto alle aziende di disertare, ma alla quale si sono presentati in tre, alla scadenza del 31 marzo. Sul punto da Palazzo Marino fanno sapere che «il Comune di Milano sta svolgendo alcuni approfondimenti volti a verificare i presupporti tecnico-economici della gara. Vogliamo però ribadire che la gara rispetta integralmente i contratti collettivi e in particolare i costi orari del personale».
@An_Bion
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