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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2014 alle ore 11:28.
L'ultima modifica è del 27 maggio 2014 alle ore 17:50.

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(LaPresse)(LaPresse)

Mentre l'Europa conta gli euroscettici nel suo nuovo parlamento, l'Ucraina, da febbraio terra di conflitto per una piazza che voleva più Europa, conta i morti. Oggi si contano le vittime fra i separatisti filorussi caduti nella battaglia con le forze regolari di Kiev per il controllo dell'aeroporto di Donetsk, nel sudest dell'Ucraina. Aeroporto di Donetsk che è ora di nuovo "pienamente controllato" dalle forze armate di Kiev, annuncia il ministro dell'Interno, Arsen Avakov, e rimarrà chiuso fino alle 20 di domani. Durante la giornata si è dubitato su chi realmente controllava lo scalo, adesso pare chiaro che sia l'esercito di Kiev che, secondo Fox News, hanno lanciato un ultimatum ai ribelli di Donetsk.

«Resa o morte», ha detto all'agenzia russa Ria Novosti Vladislav Seleznyov, un portavoce del comando che coordina l'operazione «antiterrorismo» lanciata lunedì dal governo ucraino. «Il comando garantisce la sicurezza a coloro che sono disposti a deporre le armi», ha spiegato il portavoce, aggiungendo che chi non si arrenderà sarà «colpito con armi ad alta precisione».

Nella battaglia per l'aeroporto, i responsabili dell'autoproclamata Repubblica popolare (Dnr) filorussa dicono che ieri i morti sono stati «almeno cento», oggi almeno 35. Tra le vittime di ieri «almeno la metà sono civili» annuncia il leader Denis Pushilin. «Non riusciamo ancora a recuperare i cadaveri, siamo sotto il tiro dei cecchini» prosegue.

Ancora: un rappresentante della Repubblica popolare di Donetsk - nome con cui i filorussi chiamano la zona interessata al referendum dell'11 maggio che ha sancito il distacco da Kiev ma non è riconosciuto dalla comunità internazionale - ha confermato alla Bbc che le notizie di una trentina di morti sono corrette, mentre le autorità sanitarie locali, pur confermando che ci sono vittime, non hanno voluto dare cifre.

Ieri i separatisti armati hanno occupato lo scalo e le forze armate ucraine hanno risposto con attacchi aerei e assalti delle forze speciali proseguiti per tutta la giornata. La battaglia è scoppiata il giorno dopo l'elezione del magnate del cioccolato Petro Poroshenko, presidente con il 54% dei voti.

Proprio il neo-eletto presidente ha promesso di continuare le «operazioni anti-terrorismo» dell'esercito nell'Est, affermando che per queste «ci vorranno ore, non mesi». Forse l'assalto del separatisti all'aeroporto mira proprio a impedire a Poroshenko di atterrarvi, dopo che il vincitore delle elezioni di domenica ha detto che il suo primo viaggio ufficiale sarà nell'est dell'Ucraina in rivolta, con l'obiettivo di evitare di «trasformare la regione nella Somalia».

A livello diplomatico-economico l'Ucraina ha spiegato oggi di non essere soddisfatta del piano proposto dall'Unione europea per regolare il conflitto con la Russia sul fronte del gas. Kiev chiede garanzie che il prezzo venga abbassato preventive a ogni rimborso del sue debito. «Quello che noi ora capiamo è: pagate e poi discuteremo. A noi ciò non conviene» dice il ministro delle Finanze ucraino Oleksandr Shlapak. Ieri il commissario europeo all'Energia Guenther Oettinger aveva riferito, a margine dei negoziati tripartiti di Berlino, ha affermato che le trattative hanno "una buona chance" di arrivare a un accordo da qui al primo giugno.

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