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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2014 alle ore 06:38.

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Dopo i diversi esposti ricevuti nei giorni scorsi la Procura di Roma ha aperto un fascicolo intestato «atti relativi a» (ossia senza ipotesi di reato né indagati) sul caso che ha preso spunto dalle rivelazioni dell'ex ministro del Tesoro Usa Timothy Geithner, autore di un libro contenente riferimenti alla caduta del governo Berlusconi nel 2011. Il fascicolo, che sarà seguito dagli inquirenti che si occupano di reati in danno della pubblica amministrazione, prende spunto delle denunce presentate nei giorni scorsi dalla deputata Michaela Biancofiore (Fi) e dall'associazione Tribunale Dreyfus. «Esprimo massima soddisfazione – ha commentato Biancofiore – evidentemente la procura ha ravvisato come sostenuto nel mio esposto gli estremi penali relativi alle azioni dei cosiddetti "officials", funzionari europei che volevano "macchiarsi del sangue di Berlusconi" e quindi degli italiani, aggiungo io». «Mi auguro che adesso i giudici vadano avanti nell'indagine e abbiano il coraggio se serve di varcare anche il portone del Quirinale», ha aggiunto l'esponente di Fi Daniela Santanchè.
Nel suo saggio Stress Test, anticipato dalla Stampa a metà maggio, Geithner ha raccontato come nell'autunno del 2011, quando la crisi aveva portato l'euro sul baratro, alcuni funzionari europei avvicinarono il ministro del Tesoro, proponendo un piano per far cadere il premier italiano Berlusconi. Ma lui lo rifiutò. Chiamato in causa da Fi e Berlusconi, sulla vicenda intervenne anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano, smentendo ogni coinvolgimento.
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