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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2014 alle ore 06:38.

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ROMA
Il Governo propone un patto alle emittenti locali. Antonello Giacomelli, sottosegretario con (attesa) delega alle comunicazioni, intervenendo al RadioTv Forum dell'associazione Aeranti-Corallo, fa una premessa: «È imbarazzante sapere dalle autorità internazionali che l'Iran e l'Italia sono osservati speciali» sulle frequenze. Il Governo è pronto a garantire finanziamenti certi, pluriennali, alle tv e alle radio, ma all'editore di contenuti e non all'operatore di rete. La contropartita: sulle frequenze «siamo disponibili – continua Giacomelli – a collaborare per ridurre il problema, ma il finale è scritto: tutte quelle assegnate devono rispettare il coordinamento internazionale ed essere registrate a Ginevra». Vale a dire che dovrà spegnere il segnale chi, alla fine, continuerà a trasmettere su canali utilizzati da paesi confinanti. Sui canali della banda 700, che dal 2015 potranno essere utilizzati per la telefonia in mobilità, «bisogna sincronizzare tale processo con l'avvento del nuovo standard Dvb-T2».
L'Aeranti-Corallo, con il suo presidente Marco Rossignoli, ha evidenziato due problemi in particolare: quello delle frequenze che interferiscono con gli Stati confinanti, con decine di tv locali che rischiano di spegnere il segnale su frequenze assegnate dallo Stato e quello dei nuovi canoni per l'uso dello spettro previsti dall'Agcom: «Nessuna tv locale potrebbe sopravvivere se dovesse pagare diritti d'uso e diritti amministrativi nell'entità prevista dall'Agcom». Resta aperta anche la questione dell'ordinamento automatico dei canali (Lcn), dove Aeranti chiede un intervento legislativo.
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