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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2014 alle ore 06:38.

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ROMA
Le nuove norme sui pagamenti della Pa? A buon punto, ma non mancano le cose da fare. Per Giovanni Sabatini, direttore generale dell'Abi e presidente del consorzio Cbi, il decreto Irpef ha risolto buona parte delle incertezze normative che negli ultimi anni hanno impedito lo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione, ma adesso bisogna blindare il sistema della certificazione dei crediti. «La certificazione fotografa la situazione al momento della cessione – spiega Sabatini riassumendo le criticità che stanno incontrando diversi associati Abi – ma successivamente possono intervenire nuovi elementi, come l'emersione di un debito fiscale o altro, che decurtano automaticamente il credito che nel frattempo è stato già ceduto dalle imprese». Un punto sul quale potrebbe esserci una modifica in sede di conversione in legge del decreto.
Proprio l'iter parlamentare del Dl Irpef rappresenta un crocevia decisivo per implementare le norme varate dal governo Renzi. Perché, nonostante il termine sia scaduto il 24 maggio, non è ancora stato emanato il decreto attuativo che deve fissare il tasso massimo di sconto che le banche possono praticare nelle operazioni di cessione da parte delle imprese. Né è stata firmata la convenzione tra l'Abi e la Cassa depositi e prestiti. Tutto si sbloccherà dopo la conversione del decreto, per recepire anche eventuali modifiche ed emendamenti. «Sulla convenzione siamo sostanzialmente pronti – dice Sabatini a margine di un convegno organizzato al Forum Pa –. Quanto al tasso di sconto (si ipotizza un tetto del 2%, ndr) in linea astratta potrebbe essere inutile fissare un limite al mercato, che comunque terrebbe conto del fatto che si tratta di crediti assistiti dalla garanzia dello Stato. Detto questo penso si troverà una soluzione ragionevole».
Al Forum Pa interviene anche la Ragioneria dello Stato, che gestisce la piattaforma elettronica su cui viaggiano le certificazioni e che, in base alle nuove norme, a partire da luglio dovrà diventare il contenitore di tutte le fatture. Salvatore Bilardo, ispettore generale capo per la finanza delle Pa, abbassa l'asticella dei debiti arretrati: 60 miliardi dice, citando anche il Def, e non i 90 indicati a suo tempo dalla Banca d'Italia (un dato che includeva anche debiti non scaduti). Non tutte le Pa però, sottolinea Bilardo, risultano adempienti: su 22mila amministrazioni, ne restano 1.500 che nonostante richiami diretti non si sono ancora registrate alla piattaforma elettronica.
Quest'ultima, una volta potenziata come previsto dal decreto Irpef, continuerà a dialogare con il sistema bancario per il tramite dei servizi del Cbi al quale sono consorziati circa 600 istituti finanziari.
@CFotina
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