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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2014 alle ore 14:11.
L'ultima modifica è del 03 giugno 2014 alle ore 19:34.

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La Rai dice addio a YouTube e dal prossimo 1° giugno i suoi video (oltre quarantamila, caricati in alta definizione) scompariranno dalla piattaforma di proprietà di Google. Ha del clamoroso la notizia battuta poco fa dalle agenzie di stampa. Ma il Dg della Rai, Luigi Gubitosi, pare abbia deciso di non rinnovare il contratto che lega la Tv di Stato italiana a YouTube sin dall'ormai lontano 2008.

Pare che i vertici dell'azienda di viale Mazzini abbiano ritenuto non più conveniente la forma contrattuale in essere con YouTube da un punto di vista economico. Secondo le primissime indiscrezioni trapelate, fra la Rai e YouTube c'era un accordo basato su un'immissione di circa 7.000 video all'anno in cambio di un ricavo di circa 700.000 euro. Indiscrezioni smentite da Google, che ha precisato come nessun partner abbia contratti ad hoc con la piattaforma in fatto di advertising.

YouTube lavora sulla logica standard della revenue sharing con tutti. Anche con la Rai. Le cifre circolate in un primo momento, e ancora non confermate, sarebbero dunque riconducibili ai ricavi ottenuti dalla Rai a fronte dei video uploadati in un anno. Niente di prestabilito.

Tuttavia c'è qualcosa che non ha funzionato. E dal 1° giugno tutti i video caricati sul canale RaiTv di YouTube potrebbero essere rimossi. In compenso saranno ancora visibili sul sito dell'azienda, che a questo punto rimarrà l'unico vero punto di riferimento per i video di casa Rai.

Pare che alla base della decisione ci sia la volontà della Rai di introdurre "Rai pubblicità" come società per incassare gli introiti pubblicitari dei banner che compaiono nei video. La Rai cercherà di spingere il più possibile i propri video caricati sulla piattaforma di proprietà, dove per altro sarà possibile aggiungere più banner e pubblicità filtrata direttamente dall'agenzia di casa.

Una scelta che ricorda quella di Mediaset, che ha intrapreso questa strada già da qualche anno dichiarando guerra aperta a YouTube. Il Biscione controlla, con un team ad hoc, tutto ciò che succede su YouTube e segnala le violazioni di copyright ogni qual volta un video delle proprie reti finisce sul "tubo". Una guerra senza fine. Una guerra che dal primo giugno anche la Rai dovrà combattere. Anche se c'è già chi parla di autogol della Rai.

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