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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2014 alle ore 09:56.
L'ultima modifica è del 29 maggio 2014 alle ore 10:22.

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Come ampiamente previsto, l'ex capo dell'esercito egiziano, il generale Abdel Fattah al-Sisi, avrebbe ottenuto una vittoria schiacciante alle presidenziali che si sono svolte in Egitto: al termine dello spoglio del 90% dei voti, il generale avrebbe ottenuto il 96,2% dei suffragi, secondo la televisione di stato. Il suo unico avversario, il leader della sinistra laica Hamdeen Sabbahi, ha ottenuto appena il 3,8% dei voti validi.

L'affluenza, secondo dati dello staff di al-Sisi, si è fermata intorno al 44%, ben al di sotto del 52% delle presidenziali del 2012 vinte da Morsi.

Gli osservatori nazionali e stranieri accreditati in Egitto in occasione delle elezioni presidenziali, conclusesi ieri, hanno confermato che «si è trattato di un processo di voto libero», e che «si è svolto in modo regolare». Secondo quanto riferisce il quotidiano filo-governativo "al-Ahram", nelle 14mila sezioni in cui si é votato l'affluenza è stata tra il 48 e il 50 per cento. Al controllo dell'andamento della consultazione hanno preso parte 16mila giudici, oltre a rappresentanti di associazioni locali e straniere per i diritti umani, nessuno dei quali ha segnalato violazioni nei tre giorni delle operazioni elettorali.

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