Notizie SportLa rivincita di Pirazzi e la conferma di Reverberi
La rivincita di Pirazzi e la conferma di Reverberi
di Giorgio Squinzi | 29 maggio 2014
La frustrazione di non essere mai riuscito a centrare una vittoria in cinque anni di carriera tra i professionisti ha spinto Stefano Pirazzi a esibirsi nel classico gestaccio dell'ombrello dopo aver alzato finalmente le mani al cielo sul traguardo di Vittorio Veneto. Uno sfogo, certamente poco elegante, per rispondere alle critiche dell'ambiente ciclistico sul suo modo di correre un po' "fantasioso".
La vittoria del corridore laziale è arrivata al termine di una fuga partita da lontano nel disinteresse del gruppo. Pirazzi nel finale, questa volta, è stato abile a prendere in contropiede gli altri 4 fuggitivi che si sono avvantaggiati sui saliscendi conclusivi della 17° frazione (208 chilometri) partita da Sarnonico.
Con Pirazzi siamo al terzo successo (in precedenza Enrico Battaglin e Marco Canola) per la Bardiani in questo Giro d'Italia. La formazione della famiglia Reverberi, ancora una volta, dimostra una grande capacità nella valorizzazione dei giovani nel panorama ciclistico italiano. Una squadra senza grandi pretese di classifica ma estremamente efficiente nella capacità di centrare successi di giornata e nel rapporto vittorie-investimenti.
Anche ieri sono continuate polemiche e scambi di accuse sui presunti malintesi tra gli organizzatori e alcune squadre nella discesa dallo Stelvio. Alcuni team avrebbero chiesto di annullare il vantaggio accumulato dai corridori in fuga (tra questi la maglia rosa Nairo Quintana) quando sarebbe partito l'ordine di stop alla corsa. Con ogni probabilità nulla cambierà anche se c'è il sospetto che il colombiano si sia avvantaggiato pur in maniera inconsapevole. Resta la sensazione di un certo pressapochismo da parte dell'organizzazione del Giro.
Oggi si torna a salire. Con la Belluno-Rifugio Panarotta si apre la tre giorni decisiva per aggiudicarsi la vittoria a Trieste. Tre gran premi della montagna e arrivo a 1.760 metri con un'ascesa nel finale di 16 chilometri e pendenza media dell'8%. Quanto basta per provocare ulteriore selezione tra i favoriti che si daranno battaglia. Tutti, però, devono fare i conti con le energie rimaste nelle gambe dopo le fatiche dei giorni scorsi.