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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2014 alle ore 06:36.

ROMA
Il numero due delle Fs Michele Mario Elia succede a Mauro Moretti alla guida del gruppo ferroviario, mentre alla presidenza della holding sale l'economista e docente Luiss Marcello Messori, al posto di Lamberto Cardia. La priorità per le Ferrovie - ha detto il nuovo amministratore delegato ieri mattina, prima della formalizzazione della nomina - «è andare avanti con il piano industriale che è stato presentato» dal suo predecessore. «Questo per noi è un must», ha detto Elia. Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, che quaranta giorni fa aveva bocciato la quotazione in Borsa di Fs, ieri si è detto favorevole. Dalla cessione del 50% della holding, le Fs stimavano che alle casse del Tesoro potessero andare circa sei miliardi.
Il Tesoro conferma anche le aspettative della vigilia di un rinnovo integrale del consiglio di amministrazione, ma per farlo vara un clamoroso allargamento da 5 a 9 componenti, non proprio coerente con i venti di spending review che spirano in questi giorni anche sulle società controllate. La scelta di non mettere stavolta una donna alla presidenza, come era successo a Poste, Eni, Enel e Terna, è compensata dall'ingresso di quattro donne nel cda: Gioia Ghezzi, Simonetta Giordani, Wanda Ternau e, a sorpresa, Daniela Carosio che era uscita di recente dalle Fs dove rivestiva l'incarico di direttore della Comunicazione. Nominati consiglieri anche Federico Lovadina, Vittorio Belingardi Clusoni e Giuliano Frosini. Per oggi è prevista la prima riunione del consiglio di amministrazione che assegnerà le deleghe al nuovo amministratore. Al nuovo presidente, secondo uno schema seguito finora per le altre controllate, potrebbero andare le deleghe per le relazioni istituzionali e l'internal audit.
L'approdo di Elia al vertice Fs era parte dell'accordo fra Matteo Renzi e Mauro Moretti, quando il premier aveva chiesto al manager di andare a guidare Finmeccanica (si veda Il Sole 24 Ore del 15 aprile 2014). La grande agitazione che era seguita, fino al parapiglia degli ultimi giorni, non toccava evidentemente quel "patto" sostanziale sulla scelta del nuovo amministratore delegato. La trattativa cui hanno partecipato anche il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha invece riguardato la scelta del nuovo presidente, il rinnovo integrale e l'allargamento del cda. In questi giorni si è parlato anche di un'altra fondamentale scelta per il futuro del gruppo Fs che ancora non è stata formalizzata: il successore di Elia alla guida di Rete ferroviaria italiana (Rfi). Rfi è un punto nevralgico del mondo Fs: investe fra 4 e 6 miliardi l'anno su binari e nodi urbani e ha delicatissime funzioni di gestione dell'infrastruttura ferroviaria anche in tema di accessibilità alla rete delle società di trasporto (Trenitalia e i suoi concorrenti). La nomina del nuovo ad di Rfi potrebbe arrivare già oggi.
Elia, 68 anni, ha percorso una carriera di quasi 40 anni all'interno delle Fs, come era successo, prima di lui, a Moretti. Approda, infatti, alla Ferrovie dello Stato nel 1975, grazie a un concorso per ispettore, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria elettrotecnica nel 1972 e dopo un'esperienza come insegnante di «misure elettriche» negli anni 1974-75.
Messori è invece ordinario alla Luiss e tiene un master sull'economia dell'Unione europea. Al docente sono arrivati gli auguri di Emma Marcegaglia, presidente Luiss. «È una notizia che ci riempie d'orgoglio», ha commentato facendogli gli auguri di buon lavoro.
L'assemblea delle Fs ha approvato ieri anche il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2013. È l'atto di addio di Mauro Moretti all'azienda in cui ha lavorato per 30 anni: gli ultimi sette come amministratore delegato, portando il risultato netto dalla perdita di 2.115 nel 2006 quando prese in mano l'azienda all'utile di 460 milioni sancito ieri. Quello di ieri è stato il sesto utile consecutivo, a suggello di una operazione di risanamento dell'azienda che ha anche registrato una crescita del fatturato, negli stessi sette anni, da 6.703 a 8.329 milioni. La crescita dei ricavi sul 2012 è stata dell'1,2%, mentre i costi operativi sono scesi dello 0,2%. L'ebitda supera per la prima volta la soglia dei 2 miliardi di euro (+5,8%).
@giorgiosantilli
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