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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2014 alle ore 08:13.

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ROMA
Il matrimonio d'interesse con Nigel Farage è più che un'ipotesi. Beppe Grillo vuole sancire il patto con il leader dell'Upik per entrare nel gruppo Efd (Europa-libertà-democrazia). Il leader pentastellato assicura che la scelta finale arriverà dalla rete. Nel frattempo però fa campagna a favore dell'Ukip sul suo blog, diffondendo i messaggi rassicuranti di quello che viene etichettato in Europa come un partito di destra xenofobo, nuclearista convinto e misogino, posizioni assai distanti da quelle manifestate – almeno finora – dal M5S. «La stampa italiana sta scrivendo di tutto su Nigel Farage. Mi ha mandato questo messaggio che ho appena pubblicato sul mio blog: diffondete la verità su Farage!», scrive Grillo, che definisce il leader dell'Ukip come un uomo «ironico», «contro la guerra», che «si oppone alla dominazione tedesca e al controllo della Troika» e chiude la porte «agli estremisti di destra».
Grillo è consapevole che l'alleanza con Farage può rappresentare un nuovo strappo, che rischia di terremotare ulteriormente il M5S e soprattutto la rappresentanza parlamentare grillina, già alle prese con uno scontro interno. Il patto con Farage però è ritenuto strategico, per non passare inosservati a Strasburgo. Lo ammette candidamente il senatore Maurizio Buccarella, segnalatosi alle cronache per la battaglia sull'abolizione del reato di clandestinità: «So che senza un gruppo la nostra azione non potrà avere forza». Chi non fa parte di un gruppo autonomo, infatti, non solo non beneficia di finanziamenti ma non ha di fatto neppure la possibilità di farsi sentire, visto che il tempo di parola viene assegnato ai gruppi in proporzione alla loro composizione. Quindi ben venga il matrimonio con Farage. Qualcuno spera nella timida apertura manifestata da Monica Frassoni, copresidente dei Verdi europei, dopo la stroncatura dell'eurodeputato del partito degli ambientalisti tedeschi, Jan Philipp Albrecht, su possibili alleanze con i grillini. Si parla di un incontro tra delegazioni la prossima settimana.
Intanto ieri a Milano, Gianroberto Casaleggio ha tenuto una riunione con i deputati eletti a Strasburgo alla quale Grillo si è collegato via Skype. Il leader dei 5 Stelle, rimasto nella sua casa di Marina di Bibbona, si lascia fotografare sulla spiaggia con una corona di spine (in realtà erano alghe) per ironizzare sul suo calvario post elettorale. Un modo anche per tentare di alleggerire la tensione interna. Ma Claudio Messora, responsabile dell'ufficio comunicazione dei deputati, lo stesso del documento top secret («non sarebbe dovuto uscire») contenente le critiche a Grillo, i toni invece li enfatizza: «Hanno detto che ci avrebbero relegato nei cessi, nei cessi metteremo loro», dice con chiaro riferimento alla dichiarazione di Silvio Berlusconi a proposito del ruolo che avrebbe avuto il M5S a Strasburgo e Bruxelles.
L'ex senatore pentastellato Luis Orellana sostiene invece che Grillo avrebbe fatto bene ad attendere i ballottaggi prima di annunciare il patto con Farage. E qualche "patto", ma stavolta a Roma, potrebbe realizzarsi anche al Senato. Orellana ha infatti annunciato la nascita imminente di un gruppo autonomo formato dai fuoriusciti grillini che si chiamerà «Italia lavori in corso e sarà all'opposizione».
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