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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2014 alle ore 09:52.

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(LaPresse)(LaPresse)

Non è stata una partita facile. Il punteggio (95-84 a favore dell'Olimpia Milano) punisce Sassari ben oltre gli effettivi demeriti, se di demeriti si può parlare per una squadra che ha condotto per quasi tre quarti di gara rendendo la vita difficile agli eredi delle scarpette rosse.

Melli non gioca, la sua presenza in panchina è solo per fare gruppo: la distorsione al ginocchio rimediata contro Pistoia richiede almeno qualche giorno di riposo, si vedrà domenica per Gara 2. Torna invece Gentile, il capitano, che fa la solita partita da Gentile: alterna momenti nei quali scompare ad altri nei quali prende iniziative sbagliate e perde palla, ad altri ancora nei quali diventa invece inarrestabile e infila il canestro da tutte le posizioni umanamente possibili. Per l'Nba serve una maggiore continuità, forse sarebbe meglio pensarci tra qualche anno.

I primi due quarti, a parte qualche minuto all'inizio del secondo dopo un parziale 8-0 di Milano subito restituito, vedono sempre davanti Sassari: la partita, in effetti, è una gara a chi segna di più. In difesa Milano non riesce a fermare gli uomini di Sacchetti né sul tiro da fuori, né sulle penetrazioni. Per contro, quando attacca, l'Olimpia lo fa con maggiore fatica: la difesa agile e mobile di Sassari, fatte le debite proporzioni, ricorda molto come atteggiamento e aggressività quella del Maccabi.
In questo modo si arriva a metà gara, sul risultato di 51-50 per gli ospiti. L'unica nota veramente positiva per Milano è la crescita di Samardo Samuels, che prende posizione vicino a canestro e realizza spesso come facevano i centri di una volta. In stagione è cresciuto molto, da questo punto di vista, e sta mettendo a frutto il miglioramento proprio nel momento più importante dell'anno.

Il terzo quarto non si discosta molto da quanto visto nei primi due: Milano difende in modo aggressivo ma senza riuscire a fermare l'attacco di Sassari, che risponde con sorprendente facilità o ogni canestro subìto. La cosa preoccupante, per gli uomini di Banchi, è che se l'Olimpia segna quasi sempre allo scadere dei 24 secondi la replica degli ospiti arriva puntuale dopo meno di dieci.
La svolta è alla fine del terzo periodo e la sveglia, guarda caso, non la danno i supercampioni ma Bruno Cerella: appena entrato dimostra cosa voglia dire essere aggressivi in difesa e, in attacco, mette a segno un gioco da punti (entrata più tiro libero su fallo ricevuto) che ha l'effetto di una scossa elettrica sul pubblico e soprattutto sui compagni. Quando hanno stampato le magliette con scritto "Red shoes are back" devono aver pensato a lui. Sassari risponde con una tripla di Drake Diener, ma ormai la miccia è accesa.
E infatti all'inizio dell'ultimo periodo tutto inizia a girare per il verso giusto: Gentile si mette la maschera del Gentile campione, a parte un paio di liberi buttati al vento, e buca la difesa avversaria senza difficoltà. Samuels continua la sua partita straordinaria (merita un discorso a parte che faremo in chiusura di articolo), Langford dimostra come giochi un fuoriclasse proprio dopo aver sbagliato tre tiri consecutivi: quarta azione di fila, penetrazione e canestro, senza paura e spaccando in due la difesa di Sassari.
Gli uomini di Sacchetti, invece, nel quarto periodo sbagliano dimostrando di essere umani anche loro, dopo la raffica di canestri dei primi trenta minuti.
Alla fine, quando la gara si chiude sul 95-84, trovi quasi a sorpresa Gentile e Langford sopra i venti punti segnati. In una partita dominata dal tiro da tre punti (anche Kangur ci ha messo del suo) e con una buona prestazione (difensiva) di Moss.
Samuels, dicevamo, merita un discorso a parte: anche lui oltre i venti punti, con un misto di schiacciate, penetrazioni e canestri segnati dopo aver preso il rimbalzo in attacco. Punti guadagnati da solo. Un campionario di quello che facevano i centri quando erano centri per davvero, prima che il tiro da tre rovinasse la completezza del gioco rendendo le partite una continua rincorsa a questo tipo di conclusione. In Europa, in particolare, dove la linea dei tre punti è posta a una distanza che per gli atleti di oggi è puramente ridicola. Così le partite diventano una gara di tiro, il basket è un'altra cosa.
Samuels ha dimostrato che c'è ancora spazio per il gioco sotto canestro: dove si prendono più botte, è innegabile, ma dove se si è capaci di farlo si segna con percentuali molto più alte, garantendo alla squadra una varietà di soluzioni che andrebbe forse maggiormente coltivata. Fossi in coach Banchi, che continuo a dire come allenatore è mille volte meglio di me, qualche gioco in più per mettere la palla in mano a Samardo dentro l'area inizierei a studiarlo.
Si riparte dall'1-0, ma i giochi sono appena iniziati. Se l'Olimpia seguirà Sassari sulla strada del corri e tira la Serie potrebbe essere lunga.

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