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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2014 alle ore 10:47.
L'ultima modifica è del 31 maggio 2014 alle ore 19:10.

«L'Italia ha scelto la stabilità governerò per quattro anni». Matteo Renzi, nella sua prima intervista dopo le elezioni europee, si dice «pronto a guidare l'Europa» e garantisce un governo stabile per l'Italia per i prossimi quattro anni. «L'Italia ha scelto la stabilità e per noi stabilità significa fare riforme molto dure e molto forti. Possiamo permetterci di dire che vogliamo cambiare l`Europa perché partiamo da noi» ha detto il premier nell'intervista rilasciata a La Stampa e ad un gruppo di giornali europei: Suddeutsche Zeitung, The Guardian, le Monde e El Pais.
La Merkel non è un nemico
Quanto alla Germania e al cancelliere Angela Merkel «ho un ottimo rapporto con la signora Merkel - dice il premier - ho sempre detto che se l'Italia o altri Paesi hanno dei problemi, la colpa non è dell'Europa. Di più: trovo volgare e inelegante il modo in cui alcune forze politiche hanno cercato di prendere voti, parlando male della Germania. Noi abbiamo preso i voti parlando bene dell'Italia, che però va cambiata. Da questo punto di vista la Germania per me è un modello, non un nemico. Lo è quando penso al mercato del lavoro, o alla sua struttura pubblica. Questo non significa non avere idee diverse su tante questioni. È del tutto evidente che oggi la Germania ha tutto l'interesse che l'Italia corra. E l'Italia ripeterà che l'impostazione di fondo dell'Europa non deve essere centrata soltanto sull`austerità ma anche sulla crescita, l`occupazione e le riforme».
Basta austerità, l'Europa va cambiata
Renzi ribadisce: basta austerità, «se vogliamo l'Europa, dobbiamo cambiarla». E sulla designazione del nuovo presidente della Commissione europea spiega: «Il presidente Van Rompuy ha ricevuto un mandato da parte di tutti i governi per trovare un accordo globale, che tenga assieme gli incarichi di maggiore responsabilità. La posizione del governo italiano è molto chiara: nomina sunt consequentia rerum. Prima di ragionare di nomi, mettiamoci d'accordo sull'agenda. Mi interessano più i posti di lavoro che i posti di potere». Il leader della commissione deve «amare l'idea dell'Europa e oggi i veri amanti dell'Europa sanno che così come è, va cambiata. Deve amare l'Europa, ma con uno sguardo da innovatore».
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