Notizie ItaliaA Castel Volturno parte la scuola contro crimini e illegalità ambientali
A Castel Volturno parte la scuola contro crimini e illegalità ambientali
di Roberto Galullo | 5 giugno 2014
Oggi il Corpo Forestale dello Stato torna sui banchi, in buona compagnia.
E lo fa a Castel Volturno (Caserta), vale a dire in una provincia nella quale i crimini e le illegalità ambientali hanno purtroppo toccato apici mortali. Basti pensare alla cosiddetta "terra dei fuochi" e al traffico illecito di rifiuti che ha segnato per sempre una provincia e un'intera regione. Proprio qui, oggi, debutta la Scuola che, quegli scempi che hanno devastato soprattutto il Sud, intende combattere con una formazione continua e di alto profilo.
Il progetto ha un nome accattivante, vale a dire "Perla", che altro non è se non l'acronimo di "Progetto europeo recupero legalità ambientale", cofinanziato dallo Stato e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fescr), nell'ambito del Pon Sicurezza (Programma operativo nazionale), che coinvolge Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
Il progetto è ad ampio spettro perché, oltre al Corpo Forestale, coinvolge anche Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Capitanerie di porto, il Corpo forestale della Regione Siciliana, la Polizia provinciale, quella locale, l'Arpa (Agenzia regionale per l'ambiente) e gli enti locali.
Il percorso didattico sarà articolato in tre livelli. Il primo step è la formazione trasversale e, potremmo così dire, preliminare, nella quale si studieranno legislazione ambientale, vigilanza controllo e monitoraggio, autorizzazioni ambientali, norme per la tutela contro l'inquinamento e in generale per la tutela del patrimonio naturale e paesaggistico. Il secondo step è la formazione specialistica, rivolta a funzionari e dirigenti, nella quale spiccano gli approfondimenti su reati ambientali e loro prevenzione, le novità legislative in tema di protezione ambientale, polizia giudiziaria e intelligence ambientale. Infine la formazione a distanza.
A inaugurare il primo giorno di scuola non poteva che essere Roberto Pennisi, sostituto procuratore nazionale antimafia, da anni impegnato nel coordinamento di importanti indagini e responsabile del servizio ecomafie della Dna.
r.galullo@ilsole24ore.com