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Questo articolo è stato pubblicato il 04 giugno 2014 alle ore 10:14.
L'ultima modifica è del 04 giugno 2014 alle ore 10:31.

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Il cantiere del Mose. (Ansa)Il cantiere del Mose. (Ansa)

Il Mose (Modulo sperimentale elettromeccanico) è un'opera di ingegneria idraulica pensata negli anni '80 per difendere Venezia e la sua laguna dal fenomeno dell'acqua alta e specialmente dalle maree superiori ai 110 centimetri.

Il sistema di dighe mobili, la cui realizzazione è stata autorizzata dal "Comitatone" del 3 aprile 2003 e i cui lavori sono partiti lo stesso anno, viene realizzato dal Consorzio Venezia Nuova, che opera per conto del Magistrato delle Acque di Venezia, emanazione del ministero delle Infrastrutture. Lo scorso 12 ottobre, alla bocca di porto del Lido-Treporti, una delle tre che permettono l'ingresso in laguna, sono state per la prima volta sollevate quattro delle 78 paratoie che dovranno difendere la città dall'alta marea attraverso un meccanismo fatto di cassoni di alloggiamento in cemento armato, cerniere e, appunto, paratoie.

Il costo complessivo dell'opera è di 5.493 milioni di euro (prezzo «chiuso» stabilito nel 2005), lo stato di avanzamento dei lavori è pari all'87% e, ad ottobre, serviva ancora un miliardo di euro circa per la realizzazione completa. L'obiettivo, ricordato anche in quell'occasione, è di concludere l'opera entro il 2016.

L'idea di difendere Venezia dalle acque alte che la flagellano da sempre, nasce dopo la terribile alluvione del 1966, poi - dagli anni Ottanta - tutto si concentra sul progetto del Mose, un sistema idraulico di paratoie mobili che stanno appoggiate invisibili sul fondo delle bocche di porto e si alzano con l'alta marea, riempite di aria compressa. Nel 2003 la posa della prima pietra, poi oltre 10 anni di cantieri per realizzare la struttura che sarà controllata da una sede operativa all'Arsenale, attiva già da due anni, in grado di fornire previsioni sul meteo e sulle maree con un anticipo di 3 giorni.

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