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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2014 alle ore 15:47.

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Nuovi cambiamenti nelle finanze vaticane. Cambia il consiglio dell'Aif, l'Autorità di informazione finanziaria delegata alla vigilanza sulle transazioni finanziarie e la vigilanza prudenziale. Escono i cinque membri in carica dal 2011 – tutti italiani – ed entrano quattro nuovi membri (il cda infatti è stato ridotto a cinque dai sei precedenti nella riforma di fine 2013), di cui uno solo italiano, una top manager del gruppo Poste. Inoltre un italiano è stato designato vicedirettore, ma ad interim.

I quattro nuovi membri del direttivo sono: Maria Bianca Farina, amministratore delegato di Poste vita e di Poste Assicura (Italia); Marc Odendall, amministratore di Fondazioni e consulente finanziario per il settore filantropico (Svizzera); Joseph Yuvaraj Pillay, presidente del Consiglio dei consultori del Presidente della repubblica di Singapore; Juan Zarate senior advisor presso il Centro per studi strategici e internazionali (Csis) e docente di giurisprudenza ad Harvard (Stati Uniti), quest'ultimo esperto nella caccia ai capitali dei "paesi canaglia". Inoltre il Segretario di Stato cardinale Parolin, al quale per statuto compete la scelta del vicedirettore, ha nominato vicedirettore ad interim Tommaso Di Ruzza, da tempo funzionario della stessa autorità.

Nell'annunciare il nuovo direttivo dell'Aif, la sala stampa della Santa Sede riferisce anche il ringraziamento del Papa al direttivo uscente, che era composto da Claudio Bianchi, Marcello Condemi, Giuseppe Dalla Torre, Francesco De Pasquale, Cesare Testa (Condemi e De Pasquale in particolare erano stati tra gli autori della prima riforma del 2010, poi cambiata nel 2012 e ricambiata da papa Francesco nel 2013).

Nei mesi scorsi era stata rivelata – dal Messaggero - una lettera riservata di Dalla Torre, Condemi, Bianchi, De Pasquale e Testa a Parolin, in cui gli ormai ex membri del direttivo Aif, sarebbero stati molto critici sulla situazione dell'Aif dopo la nomina del direttore Renè Brulhart, e avrebbero accusato la gestione di "opacità informativa", fatto questo non commentato dal direttore generale nella recente conferenza stampa sul report annuale. Dopo questa lettera l'allora presidente dell'Aif, cardinale Attilio Nicora (in carica dalla fondazione dell'autorità nell'aprile 2011) aveva avuto un incontro-confronto con Parolin e gli altri esponenti della segreteria di Stato – Mamberti, Becciu, Wells e Camilleri – da cui erano scaturire le sue dimissioni: al suo posto a fine febbraio è stato nominato il vescovo Corbellini, tuttora in carica ma senza poteri reali.

Perché questo cambio, in anticipo sulla scadenza? Di certo nel "confronto" tra consiglio e direzione finora aveva prevalso la linea di Brulhart (compresa la nomina di Di Ruzza, che a quanto risulta era stata osteggiata da Nicora nei mesi scorsi) sostenuto dalla potente componente tedesco-americana della Curia, a cui sta dando manforte il cardinale australiano George Pell, "super-ministro" delle Finanze che sta allargando progressivamente la sua influenza, anche se il Papa ha chiarito che i poteri sono condivisi con la Segreteria di Stato. È delle ultime ore la notizia, anticipata da Vatican Insider, che Pell sta portando a lavorare con lui alla segreteria per l'Economia il laico australiano Danny Casey, che sarà una sorta di project manager delle finanze pontificie. Per il portavoce vaticano padre Federico Lombardi le nomine annunciate oggi sono conformi allo statuto, e «vanno nel senso di una internazionalizzazione», rispondendo anche a quei compiti di "vigilanza prudenziale" che è funzione introdotta per l'Aif dagli statuti rinnovati.

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