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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2014 alle ore 06:37.

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Da quando i lavori sono partiti, nel 2003, i costi del Mose di Venezia (dighe mobili e opere collegate) sono cresciuti del 60%, passando da 3.441 a 5.493 milioni di euro. In parte per l'avanzamento progettuale, in parte (406 milioni) per l'adeguamento prezzi dovuto al passare degli anni, in parte per richieste di "enti terzi" (260 milioni) o dalla Commissione europea (199 mln).
Il maggiore aumento è stato certificato nel 2010, da 4.271 a 5.493 milioni di euro, dal Magistrato delle acque di Venezia. Allora titolare dell'incarico era Patrizio Cuccioletta, arrestato martedì con l'accusa di aver ricevuto 400mila euro l'anno di tangenti dall'ex direttore del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati (dimessosi nel giugno 2013 prima di essere coinvolto nell'inchiesta).
L'opera comunque, sta procedendo a buon ritmo, è a oltre l'80% di avanzamento e il Consorzio conferma l'impegno di finirla entro il 31 dicembre 2016.
Il Consorzio Venezia nuova è dal 1984 il concessionario (senza gara) del Ministero delle Infrastrutture (Magistrato alle Acque) per la realizzazione di tutti gli interventi per la salvaguardia di Venezia e della laguna (legge 798/1984). Tutti i lavori possono essere realizzati senza affidamenti esterni dalle imprese consorziate, in base alle rispettive quote, anche se nel 2002 la Commissione europea ha imposto al Consorzio di affidare a terzi con gara almeno 721 milioni di euro di lavori.
Il Consorzio è oggi costituito da alcune grani imprese di costruzione, Mazzi Scarl (29,3%), Mantovani (3,2%), Condotte (2,3%), Ccc (5,1%) e da una serie di consorzi di imprese venete (Venezia Lavori 25,4%, Consorzio costruttori veneti 13,1%, Veneto cooperativo 2,6%, Italvenezia 17,5%).
L'opera viene inserita nel programma di legge obiettivo nel 2001 e avviata nel 2003. Il costo totale, in base al progetto approvato dal Magistrato delle acque nel 2002 e recepito dalla delibera Cipe 58/2003, era allora calcolato in 3.441 milioni di euro, e la conclusione dei lavori prevista per il 2010.
In seguito il costo (con il contratto a prezzo chiuso del 2005 e la succcesiva delibera Cipe 115/2008) è stato fissato a 4.271 milioni e la fine lavori contrattualizzata per fine 2012.
Nel 2010 il Magistrato delle acque (Cuccioletta) certifica un ulteriore aumento di costo di 1,2 miliardi di euro, dovuto all'aggiornamento prezzi (406 milioni), a "interventi di inserimento architettonico" chiesti da enti terzi (260 milioni), nuove opere all'Arsenale di Venezia per la gestione e manutenzione delle paratie (280 mln), la realizzazione di un sistema informativo per la futura gestione dell'opera (80 milioni) e infine opere di compensazione e riqualificazione ambientale imposte dalla Commissione europea (199 mln). In tutto il costo arriva a 5.493 milioni. Tale cifra compare per la prima volta nell'Allegato Infrastrutture al Def del 2011. Il termine dei lavori slitta di due anni, dal 31 dicembre 2014 al 31 dicembre 2016.
Il progetto Mose è interamente finanziato con risorse pubbliche statali. Grazie agli ultimi 401 milioni stanziati dalla legge di stabilità 2014 la copertura è salita a 5.268 milioni (il 96%): all'appello mancano dunque solo i 226 milioni per le opere "ambientali".
Dal luglio scorso il Consorzio Venezia nuova è presieduto da Mauro Fabris, sottosegretario ai Lavori pubblici (in quota Udeur) ai tempi del governo D'Alema. In un comunicato il Consorzio sottolinea la «discontinuità, a partire dall'estate del 2013, rispetto alla governance precedente», e annuncia «la propria completa disponibilità e il proprio interesse (in quanto parte offesa) a collaborare pienamente con tutte le autorità preposte affinché si faccia piena luce nella più totale trasparenza». Il Consorzio afferma inoltre «con forza» che «deve essere respinto qualunque eventuale tentativo di fermare il Mose».
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