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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2014 alle ore 15:53.
L'ultima modifica è del 08 giugno 2014 alle ore 18:37.

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ROMA - Dopo la missione lampo a Tunisi in marzo, quella che comincia domani in Vietnam, Cina e Kazakhstan è per Matteo Renzi la prima grande missione fuori dall'Unione europea e dal Mediterraneo. Il primo ministro italiano si presenta ai suoi interlocutori asiatici non solo con la forza del consenso raccolto alle ultime elezioni europee ma anche con i poteri che gli conferisce l'incarico che assumerà a luglio di presidente di turno del Consiglio europeo e come premier del Paese organizzatore dell'Expo 2015. Temi politici ed economici si intrecciano in tutte le tre tappe del viaggio.

In Vietnam, ad Hanoi, Renzi si presenta come primo presidente del Consiglio italiano in visita al Paese dal '73, da quando sono state avviate le relazioni diplomatiche. Renzi incontrerà tutta la leadership vietnamita, dal primo ministro Nguyen Tan Dung (rapporti bilaterali) al segretario generale del Partito comunista Nguyen Dhu Trong (riforme economiche) al presidente della Repubblica Truong Tan Sang (temi multilaterali).

Dagli anni 90 il Vietnam è stato uno dei Paesi destinatari di aiuti pubblici allo sviluppo ma i ritmi di crescita economica e demografica (90 milioni di abitanti) stanno trasformando il Paese in un hub economico per tutto il Sud Est asiatico. Renzi visiterà anche le due realtà produttive di Piaggio (motocicli) e Merloni (elettrodomestici) centrali per soddisfare la domanda di consumo della nuova classe media.

La seconda tappa è Shangai con visita obbligata al padiglione Italia dell'ultimo Expo (unico padiglione ancora in piedi) dove il Console generale Stefano Beltrame ha organizzato per la festa del 2 giugno iniziative dedicate alla moda e al lifestyle italiano. Renzi incontrerà anche il sindaco di Shangai (metropoli di 24 milioni di persone) per possibili futuri accordi economici (Ansaldo).

Da Shangai il premier si trasferirà a Pechino dove guiderà una delegazione di imprese che daranno vita al primo business forum Italia-Cina. Gli incontri nella capitale cinese cadono nel decennale del partenariato strategico avviato tra i due Paesi nel 2004 e in un momento storico in cui la dirigenza cinese è impegnata a dare attuazione al programma di riforme dettato dal terzo plenum del Comitato centrale del Partito comunista del novembre 2013. Renzi affronterà con il primo ministro Li Keqiang e con il segretario generale del Pcc Xi Jinping l'ambiziosa agenda di cooperazione con l'Unione europea da realizzare entro il 2020. Si vuole confermare al massimo livello politico l'impegno dei due governi ad approfondire il dialogo e la collaborazione politica ed economica in vista della visita di Li Keqiang in Italia a ottobre per partecipare alla riunione Asem a Milano. Nel quadro del piano d'azione triennale, il ministro della Sviluppo economico Federica Guidi firmerà con i responsabili del ministero del Commercio cinese un memorandum di intesa per la collaborazione economico-commerciale in cinque settori prioritari (dall'energia all'agroalimentare, alla meccanica). Renzi chiuderà poi la sessione inaugurale del Business forum con aziende italiane e cinesi per accordi su partnership e investimenti. L'ad dell'Enel, Starace, firmerà due accordi per l'efficienza energetica e le rinnovabili mentre il ministro Guidi firmerà un accordo con Alibaba – la più grande piattaforma di e-commerce – a favore della grande distribuzione. Sulla via del ritorno, sosta a Burabay in Kazakhstan per la firma da parte del nuovo ad di Eni, De Scalzi, di un mega-accordo energetico con l'azienda petrolifera kazaka alla presenza del presidente Nursultan Nazarbyev. Non è escluso un chiarimento sulla vicenda Shalabayeva.

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