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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2014 alle ore 08:11.

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SANTA MARGHERITA. Dal nostro inviato.
Avanti con le riforme: «Il voto europeo ha dato al governo un mandato forte, Renzi non ha più paraventi, bisogna eliminare i nodi che hanno limitato lo sviluppo». Giorgio Squinzi insiste nell'incalzare l'esecutivo: «È il momento delle decisioni, il paese ha bisogno di cambiare marcia, cambiare registro». E uno dei temi prioritari su cui è necessario intervenire è il mercato del lavoro: «Bisogna rivedere completamente il quadro delle relazioni industriali». Il presidente di Confindustria è sul palco del convegno dei Giovani imprenditori, seduto davanti al ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Un faccia a faccia in cui Squinzi ha presentato con chiarezza le esigenze delle imprese, trovando nel ministro, che viene dal mondo del lavoro, un interlocutore attento, in sintonia con le richieste del mondo imprenditoriale: il decreto appena approvato va nella direzione giusta, ma «è solo un aperitivo» ha detto Squinzi e bisogna andare avanti con una riforma più ampia. «L'obiettivo è un rapporto di lavoro a tempo indeterminato che sia conveniente per le imprese, con le giuste flessibilità, in modo che le imprese non cerchino alternative e possano investire nella formazione».
È la proprio la formazione il fulcro di un nuovo sistema di relazioni industriali, che ripensi le tutele e le politiche attive, finalizzato a creare occupazione, in particolare per i giovani. Sul tavolo c'è l'applicazione del programma europeo Youth Guarantee: «Siamo pronti a fare la nostra parte e dare il nostro contributo», ha detto Squinzi, annunciando che all'interno delle risorse dei Fondi interprofessionali (circa 300 milioni l'anno) saranno destinate alla Garanzia Giovani 50 milioni per il 2014 e 50 per il 2015. «Piuttosto che finanziare la Cig straordinaria o in deroga siamo più disposti a sostenere questa iniziativa, anche se non è un intervento risolutivo e il problema vero è fare subito le riforme, altrimenti creare occupazione per i giovani resterà un'illusione», ha detto Squinzi, che ieri dal palco ha rilanciato il tema dell'etica: «Bisogna radere al suolo qualsiasi tolleranza, Confindustria non può averne alcuna verso chi imbocca scorciatoie di qualsiasi tipo. Mi adopererò fino in fondo affinché i regolamenti che già abbiamo vengano applicati senza sconti, anche nella tutela delle altre aziende».
Nei prossimi giorni, ha annunciato Squinzi, ci potrà essere un confronto con il ministro Poletti. «Ci ha comunicato l'intenzione di convocarci, credo che si possano fare cose serie. Confindustria ha già presentato al ministro un documento del mercato del lavoro. Personalmente sono un tifoso di Poletti, alla cui coerenza intellettuale rendo omaggio». Né Squinzi né Poletti sono nostalgici della concertazione: «Da imprenditore e da presidente di Confindustria non sento alcun coinvolgimento con le pratiche del passato, non sono mai stato un tifoso della concertazione. Sono fiero di rappresentare 150mila aziende e quasi 6 milioni di lavoratori, è giusto confrontarsi e dialogare, penso che sia opportuno ascoltare tutti. Ma che alla fine sia uno a decidere. Lo faccio nella mia azienda: ascolto i collaboratori ma le decisioni le prendo io, che sono l'amministratore unico».

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