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Questo articolo è stato pubblicato il 09 giugno 2014 alle ore 12:47.
L'ultima modifica è del 09 giugno 2014 alle ore 20:21.

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(Afp)(Afp)

A pochi giorni dall'inizio del Campionato mondiale di calcio, in programma in Brasile, le manifestazioni di protesta non accennano a placarsi. Questa volta sono i dipendenti della metropolitana di San Paolo a scioperare. Le manifestazioni e le proteste, iniziate un anno fa, in occasione della Confederation Cup, imputano al Governo un eccesso di spese per un maxi evento sportivo. E rimarcano le difficoltà di milioni di brasiliani: le lacune sanitarie, previdenziali e scolastiche, sono state solo parzialmente colmate dai precedenti due governi di Lula e da quello attuale di Rousseff.

Le contestazioni degli ultimi mesi, in alcuni casi giustificate, sono spesso strumentalizzate dall'opposizione al governo di Dilma Rousseff anche in vista delle elezioni presidenziali del prossimo ottobre. I dipendenti della metropolitana di San Paolo hanno deciso di portare avanti per il quarto giorno consecutivo lo sciopero, provocando il caos nella città brasiliana che si appresta ad ospitare i Mondiali di calcio. La decisione, che colpisce parzialmente il funzionamento della metropolitana, è stata presa nel corso di un'assemblea dei lavoratori, nonostante la giustizia abbia dichiarato che lo sciopero è "abusivo".

Nelle prossime ore il sindacato si riunirà di nuovo. La tensione è alta: dopo l'annuncio della nuova giornata di sciopero, il governatore di San Paolo, Geraldo Alckmin, ha minacciato di licenziare chi vi aderirà. «Voglio mettere in chiaro - ha detto in conferenza stampa il politico del Partito della Social Democrazia Brasiliana (Psdb), principale oppositore del governo della presidente Dilma Rousseff , che chi non si reca al lavoro incorre nella possibilità di licenziamento per giusta causa».

Alckmin si è riferito espressamente ad una risoluzione adottata dal Tribunale regionale del lavoro di San Paolo, che ha dichiarato "abusivo" lo sciopero. Il Governo cerca di minimizzare e spera che le prodezze della Seleção stemperino le proteste ma non vi è dubbio che persista il timore di un mondiale dimezzato.

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