E se mi inventassi un secondo lavoro? Ecco come si fa
In un Paese in cui 7 milioni di persone vorrebbero lavorare ma non trovano opportunità ci sono anche quelli che, pur avendo un lavoro, se ne inventano un secondo. Perché la crisi aguzza l'ingegno…
di Betta Andrioli
6. Secondo lavoro/Turisti al seguito
(Corbis)
Se vivete in una città d'arte o in una località con attrattive particolari, amate il contatto con la gente, parlate bene (almeno) l'inglese e non vi pesa macinare chilometri a piedi, c'è un secondo lavoro fatto apposta per voi: la guida turistica. Operando come free lance, in regime di partita Iva, potete proporvi in appoggio ad agenzie e tour operator, dando una disponibilità per il week-end e per le attività serali. Per essere in regola occorre seguire un corso a cui segue un esame, che varia di regione in regione.
Attenzione però: questa attività è altamente sconsigliata a chi non riesce a sorvolare (e si innervosisce) su – prendete nota… –: code infinite da subire pazientemente, richieste inverosimili da glissare con diplomazia, misunderstanding antipatici all'ordine del giorno.
Non è semplice accompagnare gruppi di numerosi turisti (spesso indisciplinati) rispettando tempi i spazi all'interno di palazzi e piazze, scorrazzarli per visite guidate nei musei o tour di monumenti cittadini, spiegare loro i fondamentali di siti archeologici, attività folkloristiche, vie della moda. La calma e un perenne sorriso ben stampato in viso sono virtù indispensabili per dedicarsi a questa professione. E in genere ne vale la pena: è prassi che le comitive di venti-trenta stranieri lascino (ancora) mance di tutto rispetto, che si aggiungono al forfait stabilito con l'azienda con la quale si collabora – facendo due conti: cinque euro a testa moltiplicati per trenta giapponesi fanno 150 euro che raddoppiano la paga-media giornaliera.
©RIPRODUZIONE RISERVATA