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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2014 alle ore 11:33.
L'ultima modifica è del 10 giugno 2014 alle ore 11:37.

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Michele Trematerra (Ansa)Michele Trematerra (Ansa)

Michele Trematerra, assessore regionale all'Agricoltura della Regione Calabria, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla Dda di Catanzaro (pm Pierpaolo Bruni). L'accusa, si legge nel decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura di Catanzaro, è di avere, nella sua veste di assessore, posto in essere una serie di condotte materiali e procedimentali amministrative «a favore dell'associazione a delinquere e in particolare a favore degli imprenditori facenti parte della cosca medesima Gencarelli Salvatore, Gencarelli Antonio, Pedace Carmine e Terranova Luigino e delle rispettive società, oltre che a favore dello stesso Gencarelli Angelo».

Per Trematerra è stata disposta la perquisizione e il relativo sequestro di ogni documentazione ritenuta di interesse, sia presso l'abitazione che presso gli uffici regionali a lui riconducibili. Questo colpo di scena è solo il primo di una serie, visto che l'indagine del pm Pierpaolo Bruni della Dda di Catanzaro riguarda l'articolazione territoriale della cosca Lanzino di Cosenza che, secondo l'ipotesi accusatoria avrebbe acquisito, direttamente o attraverso ditte intestate a soggetti facenti parte dell'associazione di ‘ndrangheta, il controllo della attività nel settore dei lavori pubblici e degli appalti di opere pubbliche e segnatamente nell'ambito delle attività di competenza dell'assessorato regionale Agricoltura e forestazione, quali lo spalamento della neve e la più ampia attività di disboscamento e la successiva vendita del legno, anche attraverso il condizionamento di enti pubblici come la Regione Calabria e il Comune di Acri, avvalendosi dell'apporto di figure istituzionali come l'assessore Trematerra e l'ex sindaco del Comune di Acri Luigi Maiorano e comunque, per realizzare in favore dei propri affiliati, profitti ingiusti.

Ricordiamo che il disboscamento delle montagne e la successiva rivendita del legno, così come la complessiva attività di cura dei boschi calabresi, è uno dei più ricchi business.
Giuseppe Perri e Angelo Gencarelli, nella ricostruzione della Dda, sarebbero i promotori e gli organizzatori a livello apicale dell'associazione di ‘ndrangheta per cui è stato avviato il procedimento, nonché persone dedite a usura ed estorsione.

Giuseppe Tarsitano e Massimo Greco apparterrebbero all'associazione e sarebbero dediti all'estorsione, con Giuseppe Perri e Angelo Gencarelli.
Lo stesso Angelo Gencarelli, in veste di (ex) consigliere comunale ad Acri e presidente della Commissione Urbanistica del Comune, nonché membro della segreteria dell'assessore Regionale Trematerra, avrebbe il ruolo di elemento di congiunzione tra l'associazione mafiosa e le istituzioni pubbliche, come la Regione Calabria e gli enti ad essa collegati e il Comune di Acri. Ma lo stesso Gencarelli sarebbe, sempre secondo la Dda di Catanzaro, soggetto in grado di condizionare, grazie al rapporto collusivo instaurato con pubblici funzionari, le scelte amministrative degli enti locali e regionali e di orientarne le procedure amministrative riguardanti gli appalti pubblici a favore di società o "cartelli" di società facenti capo ad imprenditori organici alla cosca.

r.galullo@ilsole24ore.com

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