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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2014 alle ore 13:05.
L'ultima modifica è del 10 giugno 2014 alle ore 15:31.

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Nuovi dubbi dei tecnici del Parlamento sul decreto Irpef. Secondo i tecnici di Montecitorio, dove il decreto è approdato, i destinatari del bonus sono stati identificati in base ai redditi 2011, ma oggi la platea «potrebbe aver subito un cambiamento significativo sia dal punto numerico sia dal punto di vista del reddito». Intanto è iniziato l'esame del decreto legge Irpef, nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato alle 12 di domani. Il decreto, che dovrà essere approvato dal Parlamento entro il 23 giugno, è atteso venerdì in aula.

Bonus Irpef: la platea dei destionatari nel mirino dei tecnici
I tecnici segnalano che in base a quanto indicato nella relazione tecnica, la microsimulazione è «effettuata con riferimento ai redditi 2011, estrapolati al 2014. In proposito, ferma restando la necessità di un chiarimento in merito al mancato utilizzo di dati più aggiornati disponibili, andrebbero fornite maggiori informazioni in merito ai criteri utilizzati per l'estrapolazione dei dati al 2014. Ciò in considerazione del fatto che la platea dei soggetti interessati potrebbe aver subito un cambiamento significativo sia dal punto numerico sia, per altro verso, dal punto di vista del reddito di riferimento realizzato da ciascun soggetto. Infatti, se da un lato potrebbero risultare incrementati i soggetti cosiddetti incapienti o senza reddito di lavoro dipendente (riducendo quindi il numero dei beneficiari), dall'altro lato potrebbero rientrare nel beneficio soggetti che nel 2014 realizzano redditi inferiori rispetto a quelli del 2011.

Il rinvio della Tasi impatta sul bilancio dello Stato
Il rinvio del pagamento della Tasi inserito nel decretoIrpef al Senato non sarà neutrale per il bilancio dello Stato ma è anzi «suscettibile di recare effetti finanziari», hanno scritto i tecnici del Servizio Bilancio della Camera. La prima osservazione riguarda gli interessi sulle anticipazioni corrisposte ai Comuni che hanno optato per il rinvio. «In proposito si segnala che, pur considerando che le somme erogate sono recuperate nel corso dell'anno, andrebbero prudenzialmente valutati gli effetti in termini di maggiori spese per interessi a carico del Bilancio dello Stato sulle quote corrisposte a titolo di anticipazione effetti finanziari». Inoltre, «tenuto conto che la normativa vigente prevede un limite massimo di aliquota Imu + Tasi, l'erogazione di una somma anticipata calcolata sulla base dell'aliquota ordinaria Tasi potrebbe risultare eccessiva nei Comuni che, pur non avendo deliberato in materia di Tasi, abbiano applicato elevate aliquote Imu e, conseguentemente, dovranno applicare aliquote Tasi ridotte».

Irap: con la microsimilazione quantificazione difficile
Anche nel caso dell'Irap i tecnici del Dipartimento Bilancio e Finanze della Camera ricordano che la stima degli effetti finanziari è effettuata mediante modello di microsimulazione e, dunque, non è possibile procedere a una puntuale verifica della relativa quantificazione. Rilevano che la riduzione del gettito in termini di competenza (stimato in 2.059 mln annui) corrisponde a una quota inferiore al 10% (misura della riduzione introdotta dal dl in esame) del gettito Irap settore privato realizzato nel 2013 (24.813 mln). Sul punto chiedono chiarimenti sulle motivazioni legate alla differenza. «Andrebbero altresì fornite maggiori informazioni - proseguono i tecnici - in merito ai criteri adottati per l'estrapolazione al 2014 dei dati riferiti al 2011. Ciò con particolare riferimento all'andamento Irap del settore privato che, nonostante la crisi che ha interessato il periodo oggetto di estrapolazione, presenta un gettito crescente (23.962 mln nel 2011, 24.422 mln nel 2012 e 24.813 mln nel 2013)». Per quanto riguarda la determinazione del valore di Irap pagata deducibile ai fini Irpef/Irpef la relazione segnala «che il parametro utilizzato riferito al costo del lavoro (46,2%) non sembrerebbe considerare né il possibile effetto incapienza né la possibile complessiva diversa incidenza del peso del costo del lavoro da collegarsi, per un verso, all'andamento crescente della disoccupazione e per altro verso all'aumento della retribuzione netta per dipendente. Sul punto appare opportuno acquisire l'avviso del Governo». Ulteriori chiarimenti sono cheisti in merito ai criteri di quantificazione degli effetti di cassa per l'anno 2014.

Coperture anche da entrate una tantum
Secondo i tecnici del servizio studi della Camera alcune misure adottate per coprire finanziariamente i provvedimenti del decreto Irpef «potrebbero configurare delle entrate una tantum e, come tali, incidere sull'indebitamento netto in termini nominali, ma non sul saldo di bilancio strutturale, parametro questo rilevante ai fini del rispetto delle regole della governance europea».

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