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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2014 alle ore 15:40.
L'ultima modifica è del 10 giugno 2014 alle ore 15:59.

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(Afp)(Afp)

Continua inesorabile in Iraq l'avanzata delle milizie jihadiste sunnite. I guerriglieri qaedisti hanno preso il controllo di gran parte di Mosul, nella provincia settentrionale di Ninive, la seconda città del Paese con tre milioni di abitanti. Con un attacco diretto al governo di Baghdad a guida sciita, gli uomini dell'Isis, lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante, si sono impadroniti di alcuni edifici-chiave, di fatto assumendo il controllo della città che si trova 400 chilometri a nord di Baghdad. I ribelli hanno anche preso il controllo del carcere, da cui sono evasi più di 2.700 detenuti. Secondo alcune fonti locali, migliaia di persone sarebbero in fuga da Mosul. Mentre - come riporta la televisione panaraba al-Jazeera - il primo ministro iracheno, Nuri al Maliki, ha chiesto al Parlamento di dichiarare lo stato di emergenza.

La battaglia di Mosul
Mentre la capitale Baghdad è dilaniata dagli attentati. E mentre anche Baquba, importante centro della provincia di Diyala, nell'Iraq orientale è stata sconvolta questa mattina da una bomba che è esplosa durante un funerale uccidendo più di trenta persone e lasciando sulla strada decine di feriti. Nella guerra quotidiana dell'Iraq, è la conquista di Mosul a segnare un passaggio drammatico nell'avanzata delle milizie jihadiste sunnite che avevano già guadagnato il controllo di Falluja e di alcuni quartier di Samarra, sacra agli sciiti.
A Mosul il governatore locale, Ethal Nujaifi, é riuscito a fuggire, ma da una località sconosciuta ha confermato che l'esercito iracheno è «crollato» e si è ritirato praticamente
senza dare battaglia. Nujaify, ha lanciato un appello ai cittadini per «formare comitati popolari» e combattere contro i miliziani jihadisti. E al Maliki ha chiesto al Parlamento di dichiarare lo stato d'emergenza proprio per fronteggiare l'offensiva dei miliziani jihadisti nel nord del Paese.
Il governo iracheno inoltre ha fatto sapere che fornirà armi a tutti i cittadini che si arruoleranno come volontari per combattere i ribelli. Il governo ha «istituito un'unità di crisi per supervisionare il volontariato e l'armamento dei cittadini», ha annunciato il premier al Maliki, attraverso un comunicato letto alla tv di Stato.

Emergenza umanitaria: in migliaia in fuga verso la Turchia
«Migliaia di persone hanno lasciato Mosul, con l'intensificarsi dei combattimenti tra miliziani e polizia, dirigendosi verso le città turche di Erbil e Dahuk», ha spiegato un abitante della zona. Secondo l'emittente al-Arabiya, il governo della provincia di Erbil ha già allestito dei campi per ospitare i rifugiati. Non solo Mosul ma «l'intera provincia irachena di Ninive è sotto il controllo delle milizie qaediste dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante», ha dichiarato il presidente del parlamento iracheno Osama Nujayfi, fratello del governatore di Mosul.

I miliziani dell'Isis, lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante
La conquista di Mosul da parte dell'Isis, una delle molteplici espressioni di al-Qaeda, segue quattro giorni di feroci combattimenti nella città e in altre zone nel Nord. La città è abitata per lo più arabi sunniti ma anche minoranze turche, turcomanne e cristiane, e la sua conquista assesta un duro colpo agli sforzi di Baghdad di combattere i miliziani sunniti, che hanno riguadagnato terreno in Iraq l'anno scorso e si sono spinti su Mosul nei giorni passati. E dall'altra parte del confine, in Siria, il Paese da tre anni sconvolto da una guerra civile di cui non si vede la fine, i combattenti di Isil, una delle forze ribelli che stano cercando di cacciare il presidente Bashar al-Assad, hanno preso il controllo delle fasce di territorio orientale vicine all'Iraq. Il gruppo jihadista sta cercando di istituire uno Stato islamico collegando il territorio a cavallo tra la Siria orientale e l'Iraq occidentale.

Al Khatuni, il leader dei miliziani dell'Isis
Si chiama Abdullah Yusuf ma è conosciuto come Abu Bakr al Khatuni il leader a Mosul dello Stato islamico di Iraq e Levante. Lo hanno riferito fonti vicine al gruppo terroristico all'emittente televisiva al-Hadath. Al Khatuni avrebbe 44 anni e sarebbe originario
proprio di Mosul. È lui, secondo le fonti, a guidare in queste ore l'offensiva delle milizie qaediste a Mosul e nell'area settentrionale dell'Iraq.

Iraq sempre più nel caos
Il presidente del parlamento iracheno, Osama al Najafi, ha chiesto aiuto al governo della regione autonoma del Kurdistan iracheno per tentare di riconquistare di Mosul. Ma intanto anche decine di famiglie di Baghdad stanno lasciando la capitale irachena per fuggire verso le regioni meridionali dopo lo shock provocato dall'offensiva delle milizie qaediste. Il portavoce delle forze speciali irachene, Saad Maan, non ha escluso che i miliziani islamici possano attaccare anche le sedi governative di Baghdad. Il funzionario della sicurezza irachena ha invece assicurato che «al momento le ambasciate sono completamente al sicuro e protette dalle nostre forze di polizia». Anche la zona
dell'aeroporto di Baghdad sembra essere sicura e non é stato al momento istituito alcun coprifuoco.

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