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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2014 alle ore 12:40.
L'ultima modifica è del 12 giugno 2014 alle ore 10:02.

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La commissione europea ha aperto tre inchieste approfondite per esaminare se le decisioni delle autorità fiscali di Irlanda, Olanda e Lussemburgo sulle imposte da far pagare a Fiat Finance and Trade (società anonima controllata dal gruppo automobilistico), Apple e Starbucks sono conformi alle regole europee sugli aiuti di Stato. Lo ha annunciato oggi l'esecutivo europeo.

L'apertura di una inchiesta approfondita dà la possibilità ai terzi interessati e agli Stati di esprimersi nel merito dei casi e non pregiudica l'esito della procedura. Contrariamente all'Olanda e all'Irlanda, il Lussemburgo - ha indicato oggi l'esecutivo europeo - «non ha fornito alla Commissione europea che un numero limitato di informazioni sulle decisioni fiscali anticipate che riguardano Fiat Finance and Trade e non l'insieme delle informazioni chieste », aggiungendo di aver aperto una procedura di infrazione contro il Lussemburgo inviando una lettera di messa in mora.

«Finalmente l'Ue indaga regimi favorevoli a multinazionali e proprio nelle stesse ore in Italia si registra la presa di posizione chiara di Confindustria sul tema della tassazione delle attività legate all'economia digitale». Lo afferma Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, commentando la decisione della Uu di aprire un'indagine su fisco e multinazionali. «L'Irlanda, soprattutto - aggiunge Boccia - con una mano incassa gli aiuti europei e con l'altra le tasse eluse dai giganti del web negli altri Paesi che poi alimentano i conti offshore. Tutto ciò - sottolinea il deputato democratico - è vergognoso. La Commissione Ue non chiuda più gli occhi e abbia il coraggio di applicare una vera giustizia fiscale. La situazione attuale, a livello fiscale, non è più tollerabile: Pmi tartassate e giganti del web favoriti. L'Italia - sollecita Boccia - sia capofila in questa battaglia culturale e di moderna civiltà fiscale».

Fiat Finance and Trade convinta della legittimità del processo di tax ruling in
Lussemburgo
. In un comunicato, Fiat Finance and Trade si dichiara «sorpresa dall'odierno annuncio dell'apertura da parte della Commissione Europea di un'inchiesta in merito ad un tax ruling emesso nel 2012 dalle Autorità fiscali del Lussemburgo a richiesta della Società sul calcolo della base imponibile delle sue attività di finanziamento, sull'assunto che tale tax ruling potrebbe aver condotto ad un trattamento fiscale di maggior favore per la società».

«I tax ruling - prosegue il comunicato - sono una normale pratica diretta a chiarire in anticipo il trattamento di questioni fiscali internazionali ed è del tutto normale che le società si attivino per ottenere chiarimenti ufficiali prima di intraprendere operazioni complesse. Fiat Finance and Trade ha svolto attività di cash management e tesoreria per il gruppo Fiat per più di quindici anni. La società ha chiesto il tax ruling in questione per chiarire le regole di transfer pricing da applicare nelle sue attività di finanziamento a società controllate o collegate di Fiat S.p.A. nel mondo».

«La società - recita ancora la nota - non ha alcuna ragione di ritenere che qualsivoglia trattamento di maggior favore fosse contemplato dalle autorità fiscali del Lussemburgo nell'emettere tale tax ruling, poiché nei fatti non ha mai ricevuto un simile trattamento.
Fiat Finance and Trade non ha chiesto il ruling in connessione con alcuna esenzione o
facilitazione fiscale. Fiat Finance and Trade è fermamente convinta che ogni esame da parte delle Autorità della questione condurrà alla conferma della legittimità dei fatti che precedono e del tax ruling a suo tempo emesso».

Ha reagito all'apertura dell'inchiesta anche Apple tramite il commento di un portavoce: «Apple è orgogliosa di operare in Irlanda e paga ogni euro di ogni tassa che deve. Non abbiamo ricevuto alcun trattamento specifico da parte di funzionari irlandesi. Siamo soggetti alle stesse leggi fiscali come molte altre aziende internazionali che operano in Irlanda».

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