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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2014 alle ore 20:30.
L'ultima modifica è del 11 giugno 2014 alle ore 20:51.

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(Afp)(Afp)

Dilaga l'offensiva dei ribelli jihadisti in Iraq che ha provocato mezzo milione di profughi civili negli ultimi giorni, mentre l'esercito fatica ad opporre resistenza. Una situazione che ha indotto gli Stati Uniti ad affermare questa sera di essere "pronti" a venire in aiuto del governo di Baghdad. La portavoce del dipartimento di Stato, Jennifer Psaki, ha detto che Washington si impegna a «lavorare con il governo iracheno e le autorità nel paese per dare una risposta unita all'aggressione dell'Isis».

Dopo essersi impadroniti ieri della provincia settentrionale di Ninive e del suo capoluogo Mosul, gli insorti sunniti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isis) sono entrati oggi pomeriggio dopo solo due ore di combattimenti a Tikrit, la città natale del deposto e defunto presidente Saddam Hussein, 160 chilometri a nord di Baghdad. Qui hanno appiccato il fuoco alla sede del consiglio provinciale, secondo l'agenzia irachena Nina. Ma in serata la televisione Al Iraqiya ha citato il capo degli apparati anti-terrorismo, secondo il quale «le forze d'elite hanno ripreso il controllo della città».

L'emittente ha riferito che i bombardamenti dell'aviazione hanno respinto anche una colonna dei ribelli che cercava di entrare a Samarra, una delle città simbolo degli sciiti. In precedenza i miliziani dell'Isis, che da gennaio controllano anche la città di Falluja, 60 chilometri a ovest della capitale, erano entrati nella regione di Baiji, ricca di pozzi petroliferi, dove sorge una delle più grandi raffinerie del Paese, ma erano poi stati costretti a ritirarsi.

Giustiziati 15 militari iracheni
Jihadisti hanno giustiziato 15 membri delle forze irachene nella provincia di Kirkuk. Lo riferiscono funzionari locali. Combattenti dello Stato Islamico in Iraq e il Levante (Isis) hanno giustiziato a morte "quindici persone, tra poliziotti, soldati e miliziani anti-Qaeda", hanno indicato le fonti

Save the Children: famiglie in fuga da Mosul
«Famiglie terrorizzate con i loro bambini scappano dalla violenza di Mosul, in uno dei più grossi e rapidi movimenti di massa di cui si abbia memoria storica. Questa scioccante escalation di violenza sta costringendo centinaia di migliaia di persone a lasciare le proprie case e dirigersi verso la regione del Kurdistan». Lo ha dichiarato Aram Shakaram, responsabile di Save the Children in Iraq a proposito della drammatica situazione di queste ore a Mosul, nel nord del Paese, caduta sotto il controllo di gruppi jihadisti.

«Ingorghi di traffico e strade bloccate da centinaia di migliaia di persone che stanno scappando dalla violenza e dal caos, stanno intralciando seriamente l`accesso e lo spostamento degli aiuti. Le famiglie più vulnerabili sono quelle che rimangono indietro e quelle più difficili da raggiungere soprattutto se le violenze continueranno. Siamo molto preoccupati di come la regione del Kurdistan sarà in grado di gestire questo flusso», spiega il responsabile.

In ostaggio 48 persone nel consolato turco a Mosul
I combattenti jihadisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil) tengono in ostaggio 48 persone al consolato di Turchia a Mosul, nel nord dell'Iraq, fra cui il console, dei membri delle forze speciali e dei bambini. Lo ha annunciato un responsabile turco. Tutti gli ostaggi sono di nazionalità turca, ha precisato all'Afp il responsabile.

Il Califfato in Iraq prende piede
Si stende lungo le rive dell'Eufrate, in Siria e in Iraq, il mini-Califfato transnazionale instaurato negli ultimi anni dai miliziani qaedisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis), che ieri si sono impadroniti di Mosul, la seconda città dell'Iraq, nel nord del Paese. In Siria l'Isis controlla Raqqa, l'unico capoluogo di provincia sottratto alle forze lealiste. È qui che alla fine del luglio 2013 è scomparso il gesuita romano Paolo Dall'Oglio, che si ritiene prigioniero dei qaedisti.

L'Isis occupa inoltre vaste aree della provincia orientale di Deyr az Zor e poi, in Iraq, di quella di Al Anbar. Qui gli jihadisti controllano, grazie ad un'offensiva lanciata all'inizio dell'anno, l'intera città di Falluja, solo una sessantina di chilometri a ovest di Baghdad, e alcuni quartieri di quella di Ramadi.

Le forze qaediste hanno occupato da ieri anche quasi l'intera provincia di Ninive, di cui Mosul è capoluogo, e si sono spinti a sud-est, impadronendosi di alcune aree della provincia di Kirkuk, e a sud, catturando la città di Ash Sharqat, nella provincia di Salahuddin.

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