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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2014 alle ore 19:43.

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«Avremmo voluto dal governo una maggiore dose di coraggio nell'affrontare il tema del riordino della pubblica amministrazione». Lo afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo cui le misure annunciate ieri «non avranno alcuna ricaduta positiva nel rapporto tra cittadini e amministrazioni pubbliche, non incidendo sull'organizzazione degli uffici». Camusso giudica invece positivamente le decisioni assunte dal governo per contrastare la corruzione ma critica l'eliminazione della catena delle responsabilità solidale verso i lavoratori delle ditte in subappalto.

Secondo la leader della Cgil, nelle misure annunciate é «assente una decisa spinta alla privatizzazione completa del rapporto di lavoro pubblico, una misura che la Cgil chiede con forza convinta che sarebbe questa una vera e proficua riforma del lavoro pubblico». «Di diverso segno - prosegue Camusso - sono le decisioni assunte dal governo per contrastare la corruzione. Queste rappresentano un passo nella giusta direzione che va ora completato con una profonda riforma della legge sugli appalti e sui meccanismi profondi che fino ad ora hanno facilitato la corruzione e la concussione. Condivisibile é la decisione di aver scelto un'unica Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici e contro la corruzione e di averla affidata a Raffaele Cantone. Cosi come é apprezzabile aver promosso una donna, Rossella Orlandi, ai vertici dell'Agenzia delle entrate».

Secondo Camusso é invece «in direzione opposta e scelta contraddittoria con l'intenzione del governo di operare uno netto contrasto alla corruzione l'eliminazione della catena delle responsabilità solidale verso i lavoratori delle ditte in subappalto. Si viene infatti a creare una situazione che relega questi lavoratori in una terra senza più regole a tutela del lavoro e dei diritti». «Eliminare la solidarietà sociale delle imprese - sottolinea - non é semplificazione, ma la rinuncia a creare una catena virtuosa e trasparente degli appalti, abbandonando la strada della qualità e della responsabilità delle imprese nei confronti dei lavoratori e del sistema pubblico. Mi auguro - conclude che la giusta e corretta assunzione di responsabilità della politica nei confronti della piaga corruttiva, invocata anche oggi da Matteo Renzi, porti il governo a correggere queste pericolose distorsioni».

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