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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2014 alle ore 11:40.
L'ultima modifica è del 14 giugno 2014 alle ore 20:15.

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(Epa)(Epa)

Sono proseguite tutta la notte, ma senza esito, le ricerche da parte dell'esercito dei tre ragazzi israeliani, studenti di una scuola rabbinica in una colonia ebraica, scomparsi in Cisgiordania nei pressi di Hebron e che si teme siano stati rapiti.

«Stiamo operando in base alla congettura che i 3 ragazzi israeliani siano stati rapiti da terroristi palestinesi», dice il portavoce militare in un tweet. «Il nostro obiettivo è riportarli a casa il più pretesto possibile», aggiunge.

Fonti della difesa - citate dai media - parlano di rapimento «ben preparato» da parte di una cellula «ben addestrata». Ieri sera il fatto è stato rivendicato da un semi sconosciuto gruppo salafita di Hebron, "Daulat al-Islam". Sul tavolo degli investigatori - secondo i media - varie ipotesi: dalla peggiore, il timore di una fine cruenta, alla possibilità che subito dopo il possibile rapimento i tre ragazzi siano stati separati, rendendo così più difficile il ritrovamento, al loro eventuale spostamento fuori Israele, via Negev - la zona desertica nel sud del paese -e, probabilmente, via Giordania.

Le forze di sicurezza israeliane avrebbero controllato per tutta la notte molti centri nella zona di Hebron, compresi i villaggi limitrofi di Tufah, Bnei Naim, Yata, Halhul, Beit Ayoun e Doura. Secondo fonti palestinesi - citate dai media israeliani - sarebbero stati compiuti anche numerosi arresti in connessione con il presunto rapimento. Secondo le stesse fonti, l'esercito ha anche sequestrato videocamere di sicurezza nella zona del supposto rapimento.

Il segretario di stato Usa John Kerry ha parlato con il presidente palestinese Abu Mazen dell'intera vicenda, visto che, tra l'altro, uno dei tre ragazzi ha anche la cittadinanza americana. Il premier Benyamin Netanyahu ieri sera ha presieduto una nuova riunione di sicurezza con i responsabili delle ricerche e oggi, parlando alla nazione, ha detto di aver «dato ordine di fare ricorso a tutti i mezzi a nostra disposizione per rintracciare i rapiti, impedire che siano trasferiti a Gaza o altrove e per preparare le nostre forze a qualsiasi scenario».

Mogherini: «grande preoccupazione»
Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha espresso «grande preoccupazione» per la vicenda dei tre ragazzi israeliani scomparsi in Cisgiordania e ha rivolto un appello «a tutti coloro che potrebbero favorire una soluzione positiva della vicenda ad adoperarsi affinché i tre ragazzi possano tornare presto a casa».

Il ministro della Difesa israeliano: lavoriamo con idea che ragazzi siano vivi
«Fino a quando non sapremo il contrario, lavoriamo presupponendo che siano ancora vivi». Lo ha detto, citato dai media, il ministro della difesa Moshè Yaalon nel suo primo commento dalla scomparsa dei tre ragazzi israeliani (due di 16 e uno di 19) vicino ad Hebron in Cisgiordania. Yaalon ha spiegato che tutte le forze di sicurezza lavorano insieme nelle ricerche e ha ricordato che «i tentativi di rapimento non sono certo nuovi». Secondo il ministro ne sono stati sventati 30 nel 2013 e 14 nel 2014.

Nel frattempo si è appreso che l'esercito israeliano ha dispiegato più di 2.000 soldati nell'area di Hebron. Tre battaglioni di paracadutisti e uno di un'altra unità sono stati inviati in Cisgiordania in modo da essere pronti ad intervenire in caso di disordini violenti.

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