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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2014 alle ore 19:38.
L'ultima modifica è del 16 giugno 2014 alle ore 20:54.

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(Ap)(Ap)

Il governo polacco è sotto pressione per la diffusione di una registrazione nella quale il governatore della Banca centrale, Marek Belka, promette al ministro dell'Interno, Bartlomiej Sienkiewicz, di intervenire a sostegno dei conti pubblici chiedendo però in cambio la testa del ministro delle Finanze. Nel dialogo trascritto e pubblicato da un giornale polacco, vengono anche fatti pesanti apprezzamenti sui membri del Comitato di politica monetaria dell'Istituto centrale. E sembra di percepire una sorta di scambio di favori elettorali e personali.

Banca centrale senza autonomia?
È stato il settimanale Wprost a diffondere la registrazione del colloquio, avvenuto lo scorso luglio in un ristorante, nel quale si sente il governatore Belka, mentre discute con il ministro dell'Interno, Sienkiewicz, in modi e le condizioni con i quali l'istituto centrale sarebbe potuto intervenire a sostegno delle finanze pubbliche, rimanendo almeno formalmente entro i limiti imposti dalla legge.
I contenuti e i toni del la conversazione, che ovviamente nelle intenzioni delle persone coinvolte doveva rimanere del tutto riservata, stanno provocando la più grave crisi politico-istituzionale da quando il centro-destra di Donald Tusk è andato al governo nel 2007. Le parole di Belka e Sienkiewicz sembrano infatti mettere in discussione due principi democratici della Polonia: quello che riguarda l'autonomia e l'indipendenza della Narodowy Bank Polski; e quello costituzionale che impedisce alla stessa Banca centrale di finanziare il deficit pubblico.

Sì agli aiuti ma quel ministro deve essere rimosso
Nella registrazione si sente Belka spiegare a Sienkiewicz che la Banca centrale avrebbe potuto sostenere il governo - con l'acquisto di bond pubblici, in modo da aggirare il vincolo costituzionale senza però che vengano forniti ulteriori dettagli - a patto che Jacek Rostowski, l'allora ministro delle Finanze, venisse rimosso dal suo incarico. E in effetti Rostowski venne estromesso dal governo alla fine del 2013 nell'ambito di un rimpasto di governo che portò alla Finanze Mateusz Szczurek, tra gli elogi pubblici del governatore centrale.
Rostowski aveva più volte attaccato Belka accusandolo di aver tenuto i tassi di interesse troppo alti provocando il rallentamento dell'economia polacca tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013. E nella registrazione si distingue con chiarezza Belka mentre parla con toni denigratori di Rostowski e del suo team, alludendo alle origini ebraiche del ministro delle Finanze. «Se l'economia non comincerà ad accelerare in modo deciso, ci sarà un problema. E forse - si legge nelle trascrizioni attribuite a Belka - sarà necessario fare una mossa non usuale. Allora dovremo dire cordialmente grazie al conte von Rothfeld-Rostowski. E fare in modo di avere un tecnico, un ministro delle Finanze non politico che avrà il pieno appoggio della Banca centrale».

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