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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2014 alle ore 16:23.

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Benito BenediniBenito Benedini

«La valorizzazione dei beni culturali italiani a vantaggio dei giovani e dei conti pubblici non potrà avvenire, o potrà avvenire solo in parte, se non cambia la reputazione complessiva del Paese», ha detto il Presidente del Gruppo 24 Ore Benito Benedini agli Stati generali della Cultura organizzati dal Sole 24 Ore oggi a Roma. «E la reputazione cambia se cambiano i comportamenti: la percezione di corruzione legata all'Expo o al Mose di Venezia o al restauro dei beni culturali colpiti dal terremoto dell'Aquila è una ferita profonda alla cultura italiana ed è un pessimo biglietto da visita nella competizione mondiale. Non a caso, Cortina d'Ampezzo pochi giorni fa è stata accantonata come sede dei Mondiali di sci alpino del 2019 a favore di uno sconosciuto villaggio svedese. La decisione è stata presa dopo i fatti del Mose, che pure all'origine è una tecnologia già richiesta per altri casi di acqua alta nel mondo. Dobbiamo cambiare, e dare fiducia a chi è in grado di cambiare. Io credo che Matteo Renzi e la sua squadra siano sulla strada giusta e abbiano, non solo l'energia, ma anche la visione e il coraggio necessari a rompere le troppe incrostazioni italiane. Non credo che come Paese abbiamo alternative: senza un cambiamento profondo anche la cultura, con i suoi beni e i suoi doni, resta separata dal Paese, come fosse un'eredità che non meritiamo, e lo sviluppo continuerà a farsi attendere».

«Credo sia doveroso - ha detto il Presidente del Gruppo 24 Ore Benito Benedini agli Stati generali della Cultura del Sole 24 Ore - dare atto a Dario Franceschini, da quattro mesi ministro dei Beni Culturali, di aver introdotto come primo provvedimento qualificante della sua gestione uno strumento legislativo che può e deve dare nuova linfa alla collaborazione tra pubblico e privato: parlo dell'Art Bonus, il credito d'imposta al 65 per cento per le donazioni a favore di interventi di manutenzione e risparmi di beni culturali pubblici, dai musei ai siti archeologici, dalle biblioteche ai teatri e alle fondazioni liriche. Si tratta di una innovazione importante, sulla quale paesi come gli Stati Uniti hanno fatto leva per costruire il proprio sistema museale e che da noi deve essere il punto di partenza per una nuova stagione di valorizzazione del nostro patrimonio culturale, la nostra più importante risorsa».

«Valorizzare - spiega il Presidente del Gruppo 24 Ore Benito Benedini agli Stati generali della Cultura organizzati dal Sole 24 Ore oggi a Roma - vuol dire pensare a quel che significa la grande cultura italiana nell'immaginario del mondo e fare in modo che il mondo possa fruirne portando valuta e valore in Italia. Nell'immaginario del mondo la cultura italiana ha un posto superiore a quello che noi italiani assegniamo ad essa, forse perché siamo immersi nell'abbondanza di arte e non la notiamo più.Per questo, vanno fatte viaggiare nel mondo opere d'arte/simbolo come richiamo a visitare l'Italia e occorre che esse possano muoversi e, lo dico al Ministro Franceschini, reagendo ove necessario al potere di veto delle Sovrintendenze, le stesse che poi usano i "permessi in deroga" dove vogliono e quando vogliono».

«Vorrei richiamare la vostra attenzione sulla Città dell'Aquila distrutta dal terremoto del 2009». Ha detto il Presidente del Gruppo 24 Ore Benito Benedini agli Stati generali della Cultura. «Vi sono stato poche settimane fa per la cerimonia di restituzione alla popolazione della chiesa di Santa Maria di Farfa, un gioiello del 1200 abruzzese restaurato grazie all'intervento dei miei colleghi Cavalieri del Lavoro: avevamo indicato in un anno il tempo necessario al restauro e l'abbiamo mantenuto. So che non è facile fare la stessa cosa in poco tempo per tutto il centro storico, ma credo che noi abbiamo il dovere morale di ricordare, di incalzare, di denunciare ritardi, omissioni ed errori nella ricostruzione di una città simbolo del nostro Paese.
Sappiamo tutti infatti che l'unicità dell'offerta culturale italiana è la simbiosi con il territorio: città e paesi sono cresciuti nei millenni di pari passo con le loro opere d'arte, con le loro chiese, con i loro monumenti, con i loro municipi, torri e palazzi di città».

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