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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2014 alle ore 13:16.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 16:21.

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L'assemblea straordinaria di Confindustria ha approvato oggi il nuovo statuto che rende operative le linee guida della riforma del sistema associativo approvata dalla giunta lo scorso ottobre. «È un giorno storico», ha commentato il presidente Giorgio Squinzi: «Siamo di fronte ad una vera e incisiva riforma del sistema».

Squinzi alla politica: ora fate riforme o Paese non vi crederà più
Squinzi nel suo intervento ha aggiunto: «Noi ce l'abbiamo fatta e sono orgoglioso di dire che siamo un esempio per tutte le istituzioni e la politica alla quale diciamo: fate anche voi le vostre riforme altrimenti il Paese non vi crederà più».

Expo occasione imperdibile, saremo duri con imprese corrotte
L'Expo rappresenta «un'occasione imperdibile» e sarà la dimostrazione che «l'Italia vuole farcela», ha poi aggiunto il presidente di Confindustria, in occasione di una conferenza stampa per la presentazione della partnership tra l'associazione degli imprenditori e Padiglione Italia. Riferendosi alle inchieste sugli episodi di corruzione relativi all'Expo, Squinzi ha aggiunto: «Quello che è successo non dovrà trovare il coinvolgimento e l'acquiescenza di imprese che aderiscono al nostro sistema, saremo estremamente duri». Lo ha detto confermando che Expo 2015 sarà la sede della prossima assemblea generale di Confindustria. Accennando al nuovo codice etico di Confindustria, varato oggi, Squinzi ha assicurato: «Saremo estremamente rigorosi nell'applicarlo».

Terza riforma in un secolo
Dopo soli 15 mesi dall'insediamento della Commissione Pesenti e dai lavori del Comitato di implementazione guidato da Antonella Mansi - spiega Confindustria - quella del 2014 è la terza riforma in più di 100 anni di storia, dopo la Riforma Pirelli del 1970 e la Mazzoleni del 1991, e consegna al sistema una struttura più snella, più efficace, meno costosa. Giorgio Squinzi ha sottolineato che «oggi nasce la Confindustria di domani» e che «nasce grazie alla volontà e al coraggio delle associazioni e dei territori che sono la nostra vera ricchezza». Confindustria, ha aggiunto il leader degli industriali, «non può e non vuole fare a meno delle sue peculiarità settoriali e delle sue eccellenze produttive. Abbiamo realizzato una spending review di sistema, mirata, che ci consentirà, grazie ai processi aggregativi, di essere più autorevoli ed efficaci»

Due livelli per organi direttivi
Tra le principali novità introdotte: il passaggio dagli attuali tre livelli degli organi direttivi a due: il Consiglio di Presidenza (attuale Comitato di Presidenza) composto da 10 membri (incluso il presidente). Ne fanno parte di diritto il Presidente di Piccola Industria, il Presidente dei Giovani Imprenditori e il Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale, raccordo tra il centro e le istanze del territorio (il cui presidente sarà alternativamente un imprenditore del Nord e del Sud; il primo sarà di diritto del Sud). Il Consiglio Generale (che sostituisce la Giunta) sarà composto all'incirca di 160 membri, diminuendo di oltre il 30% rispetto all'attuale composizione. Può essere costituito, ad avviso del presidente, un Advisory Board, organo consultivo di elaborazione strategica per la presidenza di Confindustria. Viene soppresso il Consiglio Direttivo. Tutte le associazioni di sistema partecipano all'Assemblea dei Delegati (attuale Assemblea Generale).

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