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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2014 alle ore 20:03.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 21:21.

Qualche giorno di attesa, dopo aver costretto Grillo alla Canossa del dialogo, e Renzi risponde alle richiesta di un incontro del M5S, per parlare di legge elettorale, innanzitutto, ma con la possibilità di "allargare" alle riforme. In una lettera ai capigruppo del Movimento, il premier ringrazia «per l'apertura di un dialogo franco, aperto e trasparente nell'interesse dell'Italia». Ci sono «molte cose che continuano a vederci su fronti contrapposti», ma proprio per questo «giudico importante che le forze politiche più rappresentative del paese provino a scrivere insieme le regole del gioco». Nessuno, sottolinea Renzi «ha la verità in tasca, tutti possono dare una mano. Io almeno la penso così». A stretto giro la risposta dei pentasteallati: bene per mercoledì 25.

Riforme, c'è molto da fare e poco tempo da perdere
«La settimana prossima l'Italia gioca una partita molto importante: sarò personalmente in Parlamento martedì per affrontare i temi del Consiglio Europeo e del semestre di Presidenza italiana», ricorda ancora Renzi. «Abbiamo sul tavolo - prosegue - innanzitutto la questione immigrazione e conto sull'aiuto di tutte le forze politiche di buona volontà per respingere la montante propaganda xenofoba, non solo italiana, ma esigendo impegni concreti dalle Istituzioni comunitarie. La Commissione affari costituzionali entrerà nel vivo sulle tematiche della riforma costituzionale. Il Parlamento riceverà il primo decreto attuativo della semplificazione fiscale. Alcune aziende annunceranno investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro». «Dunque - avverte - c'é molto da fare e non c'é tempo da perdere».

Una sola richiesta: volete confronto con premier o segretario Pd?
Poi, Renzi stringe e si fa concreto: «Vi propongo di vederci mercoledì in un orario da concordare insieme». Una sola richiesta: «di conoscere meglio l'interlocutore della vostra richiesta di dialogo. Mi avete scritto come presidente del consiglio e dunque possiamo vederci a palazzo Chigi con una delegazione dell'esecutivo ma - aggiunge - avete anche evidenziato, nel vostro ragionamento, l'importanza del successo elettorale (sottolineatura di cui vi sono personalmente grato) che come é ovvio é un successo elettorale non del governo, ma del Partito democratico. Se preferite confrontarvi con noi come Pd, allora organizziamo una delegazione del partito e dei gruppi parlamentari».

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