A 50 anni senza lavoro, ecco come ricominciare (e farsi assumere dopo una «revisione»)
Capelli brizzolati e rughette intorno agli occhi, formatesi non a forza di ridere, ma per la preoccupazione di come arrivare a fine mese. Ma una scappatoia c'è, rimettersi sul mercato dopo una bella «revisione»
di Betta Andrioli
2. Ricominciare a 50 anni/Consapevolezza e responsabilità

Gli italiani brizzolati che sono "a spasso" hanno raggiunto quota 438.000, con un aumento, rispetto al 2008, di 261.000 persone in termini assoluti e un incremento, solo tra il 2012 e il 2013, di 64.000, cioè del 17,2%. I disoccupati di lunga durata poi, si sono praticamente triplicati, passando da 93.000 a 269.000 (+189%).
«Molti over 50, quando cercano nuove occasioni professionali, percepiscono di essere discriminati e non apprezzati dai cacciatori di teste, si sentono messi ai margini e da questo fanno derivare le loro difficoltà di reinserimento – continua la nostra psicologa del lavoro –. Ora, senza metterci a disquisire se questo sia vero "oggettivamente" oppure no (il dubbio è legittimo…) cerchiamo di vedere la questione da un'angolazione più produttiva, ovvero chiedendoci quanti senior si apprezzano, conoscono il loro valore e sono convinti di sé, delle capacità sviluppate e delle potenzialità da esprimere. Se si riflette con il giusto distacco – incentiva la dottoressa Tripaldi – ci si rende conto di quanto la realtà esterna abbia una forte corrispondenza con quella interna (cioè con i nostri pensieri, le emozioni che viviamo e le convinzioni che ci portiamo dietro).
Ecco quindi che "prendersi la responsabilità" significa ripartire da sé stessi, rimettersi in discussione per rafforzarsi e proporsi pro-attivamente nel mercato. È fondamentale, nel lavoro come nella vita di tutti i giorni, assumersi "diritti e doveri" per ciò che accade. Nel momento in cui ci prendiamo la responsabilità, riceviamo anche la possibilità di agire e di cambiare la realtà.»
©RIPRODUZIONE RISERVATA