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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2014 alle ore 18:56.
L'ultima modifica è del 21 giugno 2014 alle ore 19:42.

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(LaPresse)(LaPresse)

«Se mi offendo se ci chiamano una squadra operaia? Ma neanche per sogno: noi siamo romagnoli e da noi gli operai sono il cuore della cooperative e questo Cesena dove siamo tutti soci alla pari con l'8% è una cooperativa bella e finita». Giorgio Lugaresi, il presidente della società che ha fatto il miracolo di prendere in mano una squadra sull'orlo del fallimento e in un anno (anzi in 11 mesi) trascinarla in serie A, è indaffaratissimo: questa sera allo stadio Manuzzi si fa festa a botte di ‘Romagna mia' e ciambella da bagnare nell'Albana.

Si fa festa perché nemmeno nei sogni più ottimistici e visionari qualcuno, a luglio del 2013, avrebbe scommesso un centesimo su questa promozione conquistata «con orgoglio e sudore, che poi è il nostro motto», spiega Lugaresi che, per la cronaca era l'unico che ci credeva. «Ho capito che avevamo una squadra da play off già quando eravamo in ritiro – racconta tutto contento -. Sa, alle volte succede che le cose si incastrino alla perfezione e io vedevo nei ragazzi che si allenavano tanto cuore e tanta abilità. A queste si è aggiunta la fortuna, che ci vuole, sia chiaro».

E la fortuna per il Cesena ha preso la forma di un quadrifoglio che Lugaresi custodisce nel portafogli: «Quando mi chiedono come abbiamo fatto, se dietro a questa promozione ci sia stata una magia, io rispondo che in realtà è tutto merito di questo quadrifoglio qui che il mio amico Rino Foschi (direttore sportivo della squadra, ndr) ha trovato mentre passeggiavamo la scorsa estate ai bordi del campo di Villa Silvia. Io ho pensato che fosse un buon auspicio, perché anche i dettagli come questi sono importanti e noi li curiamo, tutti».

Senza nulla togliere all'amuleto, che di certo avrà avuto la sua parte, il miracolo romagnolo è partito a dicembre del 2012 quando la gestione Campedelli, che aveva accumulato parecchi debiti, ha iniziato a farsi da parte e ha chiamato in soccorso Orienta Partners, società forlivese di consulenza economico finanziaria che oggi lavora anche per altri club di calcio professionistico. L'ingresso di Orienta, che ha lavorato alla ristrutturazione dell'indebitamento, ha favorito il passaggio di mano da Campedelli alla cordata di imprenditori guidando di fatto il Cesena da febbraio a luglio 2013, ossia ad iscrizione avvenuta, è coinciso con una telefonata del sindaco di Cesena all'attuale presidente.

«La situazione che mi veniva presentata era drammatica: la squadra che per 44 anni era stata guidata dalla mia famiglia rischiava non solo la retrocessione, ma anche il fallimento e non potevo permettere che questo accadesse». Sono stati giorni di lavoro intenso quelli che si sono succeduti a partire dai primi di febbraio del 2013 al luglio successivo: mesi che hanno portato a un risultato importante come l'abbattimento del debito di una percentuale che si aggira attorno al 30% e che oggi è di 27 milioni di euro. «Con il ‘Decreto del Fare', poi siamo riusciti a dilazionare in 120 rate su 10 anni anche i debiti con l'erario e, dal momento in cui la nuova compagine societaria ha fatto il suo ingresso, non abbiamo mai saltato un pagamento».

E dal momento che ogni favola che si rispetti prevede un ‘e vissero tutti felici e contenti', il risultato finale è stato il trionfo di mercoledì scorso a Latina dove la squadra guidata da Pierpaolo Bisoli, ha fatto il ‘miracolo romagnolo' .

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