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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2014 alle ore 18:39.
L'ultima modifica è del 24 giugno 2014 alle ore 07:52.

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Musei e i siti archeologici «sono servizi pubblici essenziali». Lo ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, intervenendo sulla chiusura del sito archeologico di Pompei. Il ministro ha annunciato una modifica normativa che aggiunga i siti culturali alla lista dei luoghi pubblici essenziali con la possibilità «in casi eccezionali» di precettare il personale per «scongiurare le chiusure».

Garante degli scioperi: bene Franceschini
«Premesso che la legge, a oggi, prevede che solo la tutela e la salvaguardia del patrimonio storico-artistico sia da considerarsi un servizio pubblico, credo che possa essere utile, come ha suggerito il ministro Franceschini, discutere se ampliare le tutele, previste dalla legge 146 del 1990 sull'esercizio del diritto di sciopero, per i cittadini-utenti», ha detto Roberto Alesse, presidente dell'Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali, commentando le parole del ministro Franceschini. «L'Autorità di garanzia - ha detto Alesse all'Agi - è disponibile, anche alla luce della sua quotidiana attività di contemperamento tra diritti costituzionali (lo sciopero e il godimento dei servizi pubblici da parte dei cittadini), all'apertura di un tavolo tecnico con il Governo ed i sindacati, per affrontare questo tema delicato ed evitare in futuro situazioni come quella verificatasi a Pompei».

La chiusura di Pompei per un'ora è un danno all'immagine
La chiusura del sito archeologico di Pompei per più di un'ora ieri mattina «è un ulteriore danno in termini di immagine - ha sottolineato il ministro - che rischia di vanificare il difficile lavoro che tutti i livelli istituzionali, dall'Europa al Governo, al ministero, agli enti locali, sino ai lavoratori stanno facendo per Pompei. Per questo mi sono attivato per una modifica normativa che aggiunga l'apertura dei luoghi della cultura all'elenco dei servizi pubblici essenziali. Una nuova norma che consenta di ricorrere, in casi eccezionali, alla precettazione del personale per scongiurare le chiusure e e tutelare i diritti dei visitatori». Il tema delle chiusure dei luoghi della cultura, ha detto Franceschini, «deve essere risolto alla radice e andando oltre Pompei». Il ministro ha infine detto, per quanto concerne Pompei, di considerare «sicuramente positivo che le assemblee dei prossimi giorni siano stata sospese in attesa dell'incontro di venerdi con la soprintendenza».

Chiudiamo la stagione dei tagli alla cultura
Nel settore della cultura «dobbiamo chiudere la stagione dei tagli» dopo che la dimensione degli interventi «dal 2000 a oggi è veramente impressionante». Ora è il momento, ha detto il ministro, di «aprire una stagione di investimenti». L'obiettivo è «investire su cultura, talenti, conservazione del patrimonio e anche sul futuro: questa è la condizione per rendere l'Italia vincente nella competizione globale, in un secolo in cui ogni Paese dovrà individuare una vocazione e su quella puntare». E per l'Italia, ha concluso Franceschini, quella vocazione è «la creatività, la fantasia, i nostri giovani talenti».

Esposto del Codacons contro l'assemblea sidacale a Pompei
Intanto il Codacons ha presentato un esposto alla procura di Napoli, alla Corte dei Conti della Campania e alla Commissione di vigilanza sugli scioperi, denunciando i sindacati che, nella giornata di ieri, hanno dato vita a una assemblea impedendo l'accesso dei visitatori al sito archeologico di Pompei.

Tregua fra sindacati e sovraintendenza di Pompei
È tregua tra sindacati e Sovraintendenza sul sito archeologico di Pompei. Le assemblee che avrebbero parzialmente bloccato nei prossimi giorni l'afflusso turistico all'area, e creato nuovi e importanti disagi, infatti, sono state sospese. E questo almeno fino a venerdì, giorno in cui la Sovraintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia ha convocato i sindacati a un tavolo di confronto sui gravi problemi ancora aperti.

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