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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2014 alle ore 17:51.

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L'Ue continua a scommettere sul grafene. E l'Italia ancora di più. Il Graphene Flagship Project - lanciato dalla Commissione europea per incentivare la ricerca su uno dei materiali più innovativi degli ultimi anni - si arricchisce di 66 nuovi partner che sono invitati ad aderire al consorzio sulla base dei risultati di un bando di gara da 9 milioni di euro. Di questi 16 sono italiani. Grazie a loro il nostro Paese aggancia la Germania nella classifica degli Stati membri più rappresentati nel progetto

Il Graphene Flagship Project
Il partenariato comprende oggi oltre 140 organizzazioni di 23 paesi ed è interamente destinato a traslare il "miracoloso grafene" e i relativi materiali stratificati dai laboratori accademici all'uso quotidiano. I cui benefici sono stati riassunti così dalla vicepresidente della Commissione europea, Neelie Kroes: «Promuove nuove tecnologie mediche, come le retine artificiali, e mezzi di trasporto più sostenibili muniti di batterie leggere e ultraefficienti. Quanto più sfruttiamo il potenziale del grafene, tanto meglio!»
Pmi e partner italiani in aumento. Il grafene è stato ottenuto e testato in Europa, tanto da valere nel 2010 il premio Nobel per la fisica ad Andre Geim e a Konstantin Novoselov dell'Università di Manchester. Con il miliardo di euro in un decennio nel Graphene Flagship Project, l'Europa sarà in grado di trasformare la ricerca scientifica d'avanguardia in prodotti commercializzabili. Questa importante iniziativa pone l'Europa in prima linea nella corsa mondiale allo sviluppo di tecnologie al grafene.

I nuovi partner
I 9 milioni di euro del bando di gara della fase di avviamento, pari a 54 milioni di euro (2014-2015), hanno attratto un totale di 218 proposte in rappresentanza di 738 organizzazioni di 37 paesi. Le proposte ricevute sono state valutate sulla base della loro solidità, attuazione e impatto scientifici e tecnologici, (ulteriori informazioni sul bando) e classificate da un gruppo internazionale di esperti provenienti da tutto il mondo. Ai fini del finanziamento sono state selezionate 21 proposte presentate da 66 nuovi partner che provengono da 19 paesi, sei dei quali sono nuovi al consorzio: Bielorussia, Bulgaria, Estonia, Israele, Repubblica ceca e Ungheria. I prescelti aggiungeranno nuove capacità al campo di applicazione scientifico e tecnologico dell'iniziativa faro. Più di un terzo dei nuovi partner sono imprese, soprattutto Pmi, a dimostrazione del crescente interesse degli operatori economici per il grafene. Il rapporto iniziale nel consorzio era del 20%. Con i suoi 16 nuovi partner, l'Italia ha ora il maggior numero di partner nel Graphene Flagship Project accanto alla Germania (23 ciascuno), seguita da Spagna (18), Regno Unito (17) e Francia (13).

I 16 nuovi soggetti tricolori
Ecco la lista dei 16 nuovi partner italiani: Università di Padova, Breton S.p.A., Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Italcementi S.p.A., Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, Selex ES, Università di Pisa, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Università di Salerno, Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni, Libre S.r.l., Grinp S.r.l., Dyesol Italia S.r.l., Centro Ricerche Fiat S.c.p.A, Nanesa S.r.l, Delta-Tech S.p.A.

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